26 luglio 2013

L'assalto (fallito) alla Moncada. Aria di rivoluzione

60 anni fa esatti, il 26 luglio 1953, alle 5 del mattino, Fidel Castro (che all'epoca aveva appena 27 anni), suo fratello Raul e 160 ribelli cubani, diedero l'assalto alla caserma militare Guillermo Moncada di Santiago de Cuba, uno dei distaccamenti militari più importanti dell'isola.
Il piano dei fratelli Castro prevedeva un attacco a sorpresa da portare nella notte tra il 25 e il 26 di luglio, in concomitanza con una festa per le vie di Santiago che, secondo i rivoluzionari, avrebbe potuto distrarre i militari. Poco prima dell'azione i ribelli rubarono alcune divise militari, poi formarono una colonna di auto, simulando una delegazione militare proveniente dalla parte occidentale di Cuba. L'idea di Fidel era quella di cogliere di sorpresa i militari, occupare la caserma e da lì diramare un comunicato radio alla popolazione cubana, spingendola a sollevarsi contro il regime di Batista.
L'assalto però si risolse in un insuccesso totale.
Gli uomini scelti da Castro erano troppo vecchi per essere arruolati ed erano mal equipaggiati (disponevano per lo più di fucili di caccia e di qualche pistola). Inoltre, essendo quasi tutti originari di L'Avana, non conoscevano le vie strette e tortuose del centro di Santiago, e si persero ancor prima di arrivare alla caserma.
Male armati, in pochi e senza possibilità di fuga, per i ribelli l'assalto fu un disastro. Sessantuno ribelli vennero uccisi, i tre quarti dei sopravvissuti vennero catturati e più della metà condannati a morte. Fidel Castro e pochi altri ribelli riuscirono a fuggire sulla Sierra Maestra, ma vennero catturati dopo pochi giorni e processati.
Fu la fortuna di Castro e dei rivoluzionari. Castro infatti era un avvocato e decise di difendersi da solo, trasformando la sua arringa nel programma politico del movimento rivoluzionario. La sua arringa, che Fidel stesso intitolò "la storia mi assolverà", fu trascritta da un giornalista e fece subito il giro del mondo, facendo nascere un forte movimento popolare favorevole agli ideali castristi. Condannato a morte, venne graziato da Batista che gli commutò la pena in 15 anni di reclusione sull'isola de la Juventud. Castro restò prigioniero solo fino al 1955, quando un'amnistia per tutti i prigionieri politici ne consentì la liberazione. 
Rifugiatosi in Messico, da lì fondò il movimento rivoluzionario "Movimiento 26 Julio", nome scelto proprio per ricordare il giorno dell'assalto alla Moncada.
Quando i rivoluzionari cacciarono Batista, la caserma Moncada, così come molti altri luoghi legati al regime, fu trasformata in una scuola, utilizzata ancora oggi e su cui, ancora oggi, sono visibili i colpi di fucile sparati in quell'estate di sessant'anni fa.








25 luglio 2013

Situazione Vertek

Piccolo aggiornamento circa i prossimi appuntamenti organizzati dagli operai della Vertek.
Martedì mattina c'è stata un'assemblea di fabbrica, a cui ho partecipato anche io insieme ad altri amministratori, dove Giuseppe Florio e Mario Circhirillo hanno fatto il punto della situazione, raccontato l'esito della riunione del 16 a Roma e tracciato alcuni possibili scenari.
I nodi sono due: la possibilità concreta che si passi da 94 a 25 addetti e la mancanza di ammortizzatori sociali per il mese di settembre.
Oggi è stato indetto uno sciopero, che si sta svolgendo proprio in questo momento fuori dai cancelli dello stabilimento, che andrà avanti fino alle 15.
Nei prossimi giorni si tenterà di organizzare un incontro con la Regione, che in questi mesi ha brillato per la sua assenza. Vediamo se, con lo spettro della chiusura sempre più vicino, questa volta la Porchietto si interesserà di quello che sta capitando a Condove.

          

18 luglio 2013

Cattive notizie dalla Vertek

Ieri sera mi ha telefonato Mario Circhirillo, uno dei delegati sindacali della Vertek, per informarmi circa gli ultimi sviluppi della "storia infinita" della fabbruica condovese.
Martedì c'è stato un incontro a Roma con il commissario governativo della Lucchini, Nardi, esponenti del governo, delle parti sociali e degli enti locali coinvolti nella crisi del gruppo siderurgico (gli unici assenti, i rappresentanti del Piemonte).
In breve, il commissario ha esposto il suo piano industriale, concordato anche con il governo, che prevede lo "spacchettamento" dei singoli stabilimenti per cercare degli acquirenti, ma soprattutto dei tagli drastici al personale.
Per frasi un'idea, Condove passerebbe da 94 a 25 addetti.
A questo si aggiunge il fatto che la cassa integrazione scadrà tra poco e non sono previsti altri ammortizzatori sociali.
Mario, ovviamente molto preoccupato, mi ha detto che lui e gli altri operai si stanno organizzando per una giornata di mobilitazione, prevista per martedì 23, dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 17.
Personalmente ho provveduto a comunicare quanto mi è stato riferito al mio Sindaco, ai miei colleghi di minoranza e ai giornali locali.
Tra oggi e domani mi attiverò per coinvolgere gli amministratori dei comuni vicini e alcuni esponenti di enti sovracomunali.
Il destino di cento famiglie è appeso ad un filo e la strada per uscire da questa situazione sembra davvero stretta.
Speriamo ci sia ancora margine per costruire un futuro per la nostra fabbrica.

Rassegna stampa - ancora sul consiglio

Qui a lato, il pezzo pubblicato oggi da LaValsusa sul consiglio comunale di lunedì scorso.
Il resoconto del consiglio invece lo trovate qui.

17 luglio 2013

Kazaki e kazzari

Volevo scrivere un pezzo sul putiferio che si è scatenato sul caso Shalabayeva.
Sul fatto che Alfano e, ahimè, Bonino dovrebbero avere il buon gusto di dimetteri subito.
Sul fatto che forse Bonino lo farà, ma Alfano mai, perchè è evidente che se ne va salta il banco.
Sul fatto che sarebbe una manna se saltasse sto maledetto banco, perchè fino ad oggi non ha portato grandi risultati e più va avanti più rinvia, rimanda e posticipa. Quindi, che ce ne facciamo di un governo così?
Volevo scrivere che queste "larghe intese" sono in realtà strettissime (meno male) anche se a qualcuno vanno benissimo e vive queste ore con sincera preoccupazione.
Perchè l'han capito anche i ciechi che non se ne caverà un ragno dal buco da questa stupida alleanza temporanea e che l'unico argomento, debolissimo, per non farla saltare è che "non si può mica tornare a votare con questa legge".
Peccato che sia già stato il leit motiv del governo Monti, e abbiamo visto tutti come è andata.
Volevo scrivere tutte queste cose, ma la redazione del Post mi ha anticipato con questo pezzo che dice tutto.

16 luglio 2013

Rassegna stampa 2 - sovrappasso

Un breve pezzo sull'incidente alle sbarre della stazione di Condove, che giovedì scorso erano alzate nonostante il transito dei treni.
Al di là dell'incidente, che può sempre capitare, rimane l'insofferenza per le code eterne e per le rassicurazioni di Rfi circa una maggiore frequenza nelle alzate, per agevolare il traffico ed evitare situazioni pericolose. Rassicurazioni a cui non sempre seguono i fatti.
In ogni caso, il nodo rimane il sovrappasso.
I lavori di costruzione procedono senza intoppi e dovrebbero essere terminati entro l'anno in corso (lo specifico perchè non si sa mai...).
Io però, prima di stappare le bottiglie, voglio vedere i sindaci di Condove e Chiusa tagliare il nastro. Ci crederò solo allora.
Ne abbiam già viste troppe.

Rassegna Stampa - consiglio comunale dell'8 luglio

Un breve pezzo sul consiglio comunale della settimana scorsa, in particolare sul bilancio e sulla vicenda del decurtamento delle indennità da parte della giunta.
Oggi, su Luna Nuova.

11 luglio 2013

Ammazza che giornatina

Il quadro è questo qui.
Al Pdl non interessa un fico secco nè di questo governo, nè del Paese.
Li abbiamo visti all'opera per vent'anni e qualche dubbio ce l'avevamo.
Pensare di fare un governo con sta gente, solo perchè "non c'era alternativa" (tra l'altro, non è vero) è stato folle.
Intendiamoci. Farlo con il M5S non sarebbe stato tanto meglio, anzi. Anche loro avrebbero fatto di tutto per menare il torrone e tenerci sul filo invece che fare le cose che servono. Almeno però ci saremmo risparmiati lo stillicidio quotidiano di provocazioni e stupidaggini che ci propinano Brunetta, Santanchè, Bondi e Cicchitto e forse ci saremmo anche scatolette di maalox via una l'altra.
La verità è che il governo del cambiamento non lo voleva nessuno. Non lo voleva il Pdl, non lo voleva un pezzo del Pd, ma manco Grillo e i suoi descamisados lo volevano.
Quindi ci dobbiamo tenere sta accozzaglia che doveva fare tre-cose-tre-subito e invece rinvia tutto.
Quello che è successo ieri è grave non tanto per la sospensione in sè.
Il Pdl chiedeva la chiusura del Parlamento per tre giorni, formalmente ha ottenuto una sospensione di quattro ore per indire una riunione dei gruppi parlamentari.
Ma dietro al tecnicismo c'è la sostanza, ed è quella che preoccupa.
La sostanza è che sia il Pdl, sia il M5S hanno pochissimo interesse ad andare a votare e tantissimo ad attaccare e indebolire il Pd, che dal canto suo è imbrigliato in un patto con Napolitano sulla tenuta del governo, ma soprattutto non ha una linea politica.
Renato Soru a Reggio Emilia ha detto che "il Pd è il più grande gruppo misto della storia
dell'Italia repubblicana. E un gruppo misto non ha una visione del futuro".
A oggi ha ragione Soru. E' così.
Il problema però non è il governo, le alleanze o Letta. Il problema è proprio il partito.
Perchè in questa situazione basterebbe poco a far saltare il banco. Non sui processi di Berlusconi o sul finanziamento pubblico ai partiti, ma su cose un po' più serie. Per dire, basterebbe proporre una riforma della tassazione sul lavoro, o una patrimoniale, dicendo o così o tutti a casa. Pronti, duri e rigorosi. Tutto questo non capita perchè il partito non è un partito ma un insieme di cordate e di pezzi di apparato.
Dal 2009 in poi il gruppo dirigente non ha investito nulla sul partito, conscio che un Pd forte lo avrebbe indebolito. Erano tutti convinti di vincere le elezioni, ed avevano già iniziato a litigare sui posti nei ministeri. Poi è successo l'imponderabile (o meglio, quello che poteva succedere ma di cui in pochi si occupavano) e ci siamo ritrovati spiazzati e senza prospettiva.
Il dato positivo è che tra qualche mese ci sarà il congresso. Speriamo solo sia serio, aperto e non preconfezionato. Che serva insomma.









9 luglio 2013

Ieri sera, consiglio comunale

Si è discusso soprattutto di bilancio preventivo 2013.
Lo si è fatto più tardi rispetto agli anni scorsi perchè i tagli dei trasferimenti da Roma, le incertezze legate all'Imu e l'ingresso del nostro comune nel patto di stabilità hanno fatto slittare la stesura del bilancio.
Al netto di questo (che non è poco), il bilancio presentato dall'amministrazione è poco più che una partita di giro. Nessun investimento, nessuna progettualità legata a finanziamenti o cofinanziamenti con enti superiori, nessuna "moral suasion" (l'unica arma per fare qualcosa secondo il Sindaco) nei confronti di soggetti privati per venire ad investire a Condove. In più, taglio del fondo per gli affitti, per il diritto allo studio e per l'assistenza ai disabili.
A cornice di tutto ciò, una discussione che ha avuto dell'incredibile. Dopo il giro di interventi della giunta e qualche commento dei miei colleghi di minoranza, sono interventuo per sottolineare il record che avevamo infranto. Cioè parlare per quasi un'ora di bilancio senza citare un numero che fosse uno. Tutto un "abbiamo fatto", "faremo", "ci impegniamo" senza però chiarire in quale punto del bilancio si trova la copertura economica a questo libro dei sogni.
Inutile dire che ho votato contro.
Un po' più di verve c'è invece stata sul punto delle indennità comunali. La giunta ha deciso di tagliarsi lo stipendio, imputando a bilancio un costo che passa da 40.000 euro al 26.000, inserendo i soldi rimasti in un fondo di solidarietà. Per quanto riguarda la scelta politica, confermo quanto già scritto qui. Un'operazione di marketing elettorale abbastanza triste. Ci è stato chiesto di fare lo stesso, rinunciando alle nostre indennità (che per il sottoscritto significano 170 euro l'anno...) a favore di questo fondo gestito dalla giunta. Io ho proposto che fosse il consiglio comunale a fare delle proposte su come investire questi soldi e non solo la giunta, proposta rigettata dal vice sindaco Leccese. "La giunta mette più soldi quindi decide a chi darli". In pratica, se volete aggiungervi e adeguarvi bene, se no ciao.
Ecco, allora ciao. Continuerò a prendere tutta la mia lauta indennità e a girarla ad un'associazione condovese a cui sono legato, come ho sempre fatto in questi anni.
E' incredibile però come non ci si riesca a relazionare in maniera normale e costruttiva, senza arroganza, manco quando c'è da decidere su come fare del bene.
Un'ultima cosa. Nella sua relazione, l'assessore Gambelli ha detto che le attività culturali attivate in questi anni hanno visto il coinvolgimento di molti stranieri. Bene, son contento. Mi son però permesso di ricordare che non più tardi di un anno fa la maggioranza aveva votato contro all'odg che avevo presentato a favore dei diritti di cittadinanza. Così, per amore di verita...








     

8 luglio 2013

W la libertà e W noi!

Il tanto che mi porto dentro dopo questa tre giorni confonde e blocca le parole.
Antonio però le ha trovate, e mi sento di condividerle con voi:
"Sono in perfetto orario per seguire in streaming l’intervento conclusivo di Civati al Politicamp di Reggio Emilia. Metto da parte l’invidia per non essere lì personalmente e faccio partire la diretta con l’attenzione di chi guarda il tempo supplementare di una Finale della Nazionale. Ho ascoltato diverse volte l’Onorevole Civati, ma questa volta percepisco subito qualcosa di diverso. C’è tensione sul volto, c’è il peso di 1000 persone che hanno vissuto 3 giorni di temi appassionanti, di personalità interessanti, di ricordi che diventeranno prepotenti. C’è la tensione e la responsabilità di chi non parla per un tornaconto d’immagine ma esclusivamente come portavoce di un popolo deluso. Le parole d’esordi...o sono un abbraccio ideale via streaming : “Io non ho nessuno dietro, ma ho tanta gente davanti”. La tensione si trasforma in un discorso piacevole, deciso, preciso, fatto di temi, idee chiare, concise, dove l’uomo Civati passa lentamente in secondo piano rispetto ai contenuti. Ci tiene a sottolinearlo, in questi anni ha realizzato molti progetti poco pubblicizzati ma “giusti”, si definisce “riservato”, non c’è Civati sul palco, c’è un fedele amplificatore della base. La platea sembra annuire all’unisono, ma non lo fa perchè affascinata dal leader. Per chi si sente di Sinistra assistere ad un discorso di Civati è come guardarsi allo specchio. La gente annuisce perchè si riconosce pienamente in quelle parole, in quelle virgole, in quei punti. Non c’è fascino, c’è immedesimazione. Il fascino crea distacco, crea dislivello tra un’entità superiore ed una inferiore. L’Immedesimazione invece è paritaria, esalta l’uguaglianza".
Il resto, qui.
Prima della politica e del politichese però, c'è un substrato di umanità e di emotività incredibile.
Ha ragione Pippo. Non ha gente "dietro", ne ha tantissima davanti.
Ha noi piemontesi, ma soprattutto ha Nico, Thomas e la falange sarda, Samu, Filippo e mezza Toscana, Gp e family, Giovanni e i suoi trentini, i tanti milanesi, Rita e Filippo, Raffa, Giuseppe, Gianclauido e tutti gli altri che son tre anni che girano come trottole su e giù per l'Italia.
Ha gente che fa le 4 del mattino a cantare "nord sud ovest est", "alba chiara" "bella ciao" e "morti di Reggio Emilia", che si commuove nel salutarsi e nell'abbracciarsi, che riempie i posaceneri, svuota le spillatrici e consuma le affettatrici. Che parla di rifiuti 0, di integrazione, di Europa e digitale, ma anche di calcio, viaggi, musica.   
Cose che resteranno per sempre, al di là di tutto. 
Cose che ti fanno ricordare il perchè di tutta questa fatica.
E che ti fan capire che ne vale la pena.

   

4 luglio 2013

W la libertà. Il Politicamp di e con Giuseppe Civati

Domani, sabato e domenica, a Reggio Emilia, si discuterà di Italia, di futuro, di Pd, di politica.
Come gli anni scorsi (questo è il nostro quarto appuntamento) ma diversamente dagli anni scorsi.
Non più a fine luglio ma questo primo week end.
Non più nella vicina Albinea ma a Reggio.
Non più in tenda ma in ostello.
Siamo diventati grandi e vogliamo fare le cose in grande. Con lo stesso spirito e la stessa leggerezza, ma con una prospettiva nuova.
Il programma lo trovate qui.
L'evento Facebook qui
Come sempre, chiunque è il benvenuto
e vi garantisco che sarà un week end bello e intenso.
Io ci vado.
Civati ci va.
Tu ci vieni?

3 luglio 2013

I costi della politica (condovese)

Lunedì 8 luglio è convocato il consiglio comunale. Sarà una seduta importante perchè la maggioranza presenterà il bilancio di previsione 2013. In vista del consiglio, ieri sera ho partecipato alla conferenza dei capigruppo dove il Sindaco mi ha anticipato una scelta economica molto importante. La giunta ha deciso di dimezzarsi le indennità di carica da qui fino alla fine della legislatura. I soldi "risparmiati" andranno in un fondo di solidarietà che servirà a realizzare piccole iniziative sul territorio.
Ricordo che l'aumento delle indennità di carica alla soglia massima consentita è stato uno dei primissimi provvedimenti di questa amministrazione. Io e gli altri consiglieri di minoranza abbiamo sempre denunciato questa decisione, che non solo è una "prima assoluta" nella storia recente di Condove (ma di "prime visioni" ne abbiamo viste tante in questi anni...) ma soprattutto cozza con il momento economico e, lasciatemelo dire, con l'assenteismo diffuso in giunta. Per verificare, basta controllare le delibere e le presenze. 
Ora, non posso che essere felice di questa decisione, che riduce i costi e restituisce un po' di denaro ai condovesi.
Devo però ammettere che non so cosa pensare. Perchè dopo quattro anni con l'indennità al massimo, dimezzarsi lo stipendio a pochi mesi dal voto mi puzza parecchio. La giunta ha dato ascolto a noi minoranze o, semplicemente, siamo di fronte ad una banalissima mossa elettorale?
Nel farmi questa domanda mi è venuto in mente Corrado Guzzanti, che anni fa interpretava un profeta da quattro soldi di nome Quelo, che alle domande che gli venivano poste spesso rispondeva "La seconda che hai detto".
Ecco, anche in sto caso mi sa che "la seconda che ho detto" è quella giusta.
 

1 luglio 2013

#santancheno

Quelli che due anni fa la coprivano di fischi, sono gli stessi che oggi la propongono alla vicepresidenza della Camera.
E non lo fanno mica perchè credono in lei. Ma và!
Lo fanno solo per mettere in imbarazzo il Pd. 
Pensate che livello. Essere consapevoli di aver portato in Parlamento un personaggio inqualificabile e usarlo come spada di Damocle.
C'è un limite a tutto.
E c'è anche una campagna su Facebook e Twitter: #santancheno.