30 ottobre 2013

Aggiornamento situazione Vertek


Ieri sera a Borgone ho partecipato ad una riunione convocata dagli RSU e dagli operai della Vertek Lucchini di Condove. Dopo le mobilitazioni di fine luglio, si sperava che il commissario del governo, la Regione e i sindacati potessero trovare un accordo per salvaguardare il futuro dello stabilimento e i 94 posti di lavoro. Le notizie invece sono pessime. Il commissario ha presentato il 9 settembre un piano industriale di cui però ancora non si sa nulla.
Dei quattro stabilimenti del gruppo, solo quello di Trieste sembra poter uscire più o meno "indenne" da questa situazione. Per quanto riguarda Condove, che di fatto è un reparto distaccato della stabilimento di Piombino, il futuro è nerissimo. A fine anno nello stabilimento toscano verrà spento l'altoforno, con la conseguente messa in cassa integrazione di 1400 operai in loco e lo stop della lavorazione a Condove, che d Piombino dipende a livello di approvvigionamento di materia prima da lavorare.
Anche l'ipotesi di vendita separata di ogni singolo stabilimento sembra più complicata del previsto. La Vertek di Condove sembra non abbia acquirenti. Si parla di un interessamento da parte di un fantomatico imprenditore di cui però non si sa nulla, tranne il fatto che sia interessato a tenere solo 25 addetti su 94. Un bluff insomma.  
La serata di ieri, a cui hanno partecipato molti sindaci e amministratori, si è conclusa con l'impegno di scrivere un documento dove vengano esposte tutte le crisi dei vari stabilimenti della valle, provando così a fare un ragionamento di territorio per salvaguardare quanti più posti possibili.
Dalla Vertek alla Beltrame, dalla Selmat alla Bertone.
Speriamo che questa mobilitazione generale prenda corpo e che ci si muova in fretta.
Ogni giorno che passa senza novità è un giorno perso per il futuro della fabbrica condovese.        
 
      
 

28 ottobre 2013

A scanso di equivoci

Sabato ho ripostato su Facebook il video del mio intervento alla Leopolda 2010.
Ho ricevuto un po' di like e son venute fuori tutta una serie di riflessioni su Tav, Pd, congresso, ecc, ecc.
Ci tengo a dire solo una cosa, perchè credo che a qualcuno sia sfuggita.
Non ho postato quel video per parlare (ancora una volta) di Tav. La mia posizione sul tema rimane quella di sempre, così come rimangono immutate le critiche a chi, a Roma come in valle, non ha saputo o non ha voluto gestire questo problema in maniera rigorosa. Forse, e dico forse, avremmo potuto evitare tutti i casini che capitano un giorno sì e l'altro pure.
Ho voluto postare quel video per segnare la differenza tra l'evento di tre anni fa e quello che è terminato ieri. Perchè se la qualità degli interventi e la grande partecipazione è sempre la stessa, è la prospettiva ad essere diversa.
Perchè nel 2010 c'era una nuova generazione democratica, diffusa sul territorio, competente e appassionata, che per la prima volta si guardava negli occhi e iniziava un percorso di rinnovamento che è ancora molto lungo. C'erano due ragazzi a dirigere le danze, che non sono stati su quel palco tre giorni soltanto per ambizione personale, ma lo hanno fatto perchè credevano veramente di poter essere i front man di una nuova generazione che si candidava alla guida di un centrosinistra nuovo, rinnovato e ampio.
Al netto degli interventi (moltissimi dei quali belli, condivisibili, studiati) e della partecipazione, la Leopolda di quest'anno aveva un'altra prospettiva.
Quella di lanciare la corsa di uno. Di uno solo.
Circondato, tra l'altro, da molti di quei personaggi che lui stesso aveva promesso di voler mandare in pensione e che non più tardi di un anno fa lo dipingevano come il Belfagor d'Oltrarno.   
"Innovare la politica con Fini e Casini è come voler circumnavigare Capo Horn con il pedalò", disse Renzi alla vigilia delle primarie dell'anno scorso.
Ecco, cambiare il Pd con Fassino, Franceschini e tutti i vari signorotti delle tessere invece, è come andare a Pechino in ginocchio su una strada sterrata.    
Io credo che la differenza sia tutta qui. E per me non è poco.
Resta il rammarico per quello che poteva essere e non è stato. Per non aver saputo dare seguito a quello che, ad oggi, resta il momento di partecipazione politica (nel centrosinistra) più alto per la mia generazione 
Son stati fatti tanti errori, ma alla fine ognuno fa le sue scelte e se saran giuste o sbagliate, non lo scopriremo l'8 dicembre, ma dal 9 in poi. 

   

23 ottobre 2013

Cuba cambia ancora


Dopo le riforme economiche del 2011 e la possibilità di poter uscire dall'isola liberamente, un altro passaggio importante per il futuro di Cuba. L'abolizione della doppia moneta era una cosa molto sentita tra i cubani, che probabilmente vedranno aumentare il potere d'acquisto dei loro stipendi. La differenza tra le due valute é enorme. I cubani ricevono lo stipendio in pesos cubani, mentre gli stranieri sono obbligati a commerciare solo in CUC, dal valore simile al dollaro. Il rapporto tra le due valute é di 25 a 1. Per fare un CUC ci vogliono circa 25 pesos. Pensate che enorme disparità esiste tra questi due sistemi e quanta disuguaglianza ha creato.  Insomma, se la doppia valuta verrà abolita, i cubani ne gioveranno parecchio. 
Qualcuno dirà che ormai anche Cuba sta abbandonando i suoi sogni e presto diventerà la spiaggia low cost degli USA. Io non lo credo. Credo che i cubani troveranno una strada tutta loro per integrarsi con il mondo e allo stesso tempo difender tutto il fascino e i valori della loro cultura e della loro storia, anche se resta aperta la questione enorme dei diritti politici, delle elezioni libere e della costruzione di una vera democrazia compiuta, Arriverà anche quello, é inevitabile.
Questi cambiamenti sono l'ultimo passo di un cammino lunghissimo, pieno di contraddizioni e di sogni (alcuni traditi, altri no). Un cammino che si rinnova e prova a stare al passo coi tempi.
Del resto, come ho letto su un muro di Playa Giron, nella baia dei porci, "revolucion es cambiar todo lo que debe ser cambiado".

di Jacopo Suppo

 
 

 

22 ottobre 2013

Un anno fa

Ci siamo trovati, un sabato mattina, per dare una pulita al sottopasso che collega Condove con il cimitero. Una decina di persone, armate di pennelli, latte di vernice, succhi e croissant.
Abbiamo fatto una cosa utile, ci siamo divertiti ma soprattutto abbiamo smentito quelli che ci dicevano: "sì, ma tanto qualcuno sporcherà di nuovo tutto".
E invece no.
Il sottopasso è come lo abbiamo lasciato un anno fa.
Per ringraziarci, una signora che lo utilizza regolarmente ci ha addirittura regalato 20 euro (che abbiamo speso così).
Per la serie, le cose si fanno, facendole e una buona azione ne genera sempre almeno un'altra altrattanto buona.
In questo tempo di pessimismo cosmico, non è poco.

13 ottobre 2013

Ieri ho incontrato una persona

Sono settimane intensissime, e come potete vedere anche il blog ne risente parecchio.
Scrivo poco, aggiorno e riposto ancora meno.
Abbiamo messo in piedi una bella organizzazione a sostegno di Pippo Civati, facendo eventi, raccogliendo firme, contattando amici e compagni sparsi per tutta la provincia, che ci stanno dando una grandissima mano.
Abbiamo deciso anche di provare a dare il giro al Pd locale, candidando e sostenendo Matteo Franceschini Beghini alla carica di segretario provinciale.
Insomma, finito il lavoro alle 17.30, se ne inizia un altro che dura almeno fino a mezzanotte. Raccolta firme, iniziative, incontri per scrivere documenti. Stancante, ma bello e divertente.
Sto conoscendo tante persone entusiaste e capaci, che fanno le cose perchè ci credono e le fanno con il sorriso sulle labbra. Che non è poco.
Ieri però ne ho conosciuta una che mi ha colpito.
Si chiama Giovanni, è un ragazzino di 82 anni che fa l'architetto e che nella sua vita ha sempre fatto coincidere la sua professione con la politica. Cioè ha fatto della sua idea di urbanistica e di spazio a servizio della comunità la cifra del suo impegno politico. Un servizio.
Ha un blog, come me, e nelle righe di presentazione c'è scritta una cosa che mi è piaicuta tantissimo.    
"Si dice che c'è disgusto tra la gente verso i partiti e verso la politica in generale. Questo disgusto nasce da un equivoco. La politica non è ciò che vediamo tutti i giorni in televisione: incontri tra segretari di partito, oscure dichiarazioni, linguaggio incomprensibile, noia. Politica è il vivere quotidiano in mezzo agli altri, sono le nostre esigenze, i nostri problemi: il lavoro, la scuola, i figli. Ciascuno di noi, come singolo o come gruppo, ha delle esigenze; politica è far andare d'accordo queste esigenze con quelle della collettività, con quelle generali".
E basta. Il senso della militanza sta tutto in queste poche righe.
Sentendo parlar Giovanni mi è tornato in mente mio nonno, che ha fatto la guerra (tutta) e che lavorato per cinquant'anni prendendosi cura prima dei suoi figli e poi dei suoi nipoti. Invalido di guerra, operaio, padre e nonno dalle poche parole ma dal grande esempio.
E mi è tornato in mente Mario, che lunedì saluteremo per l'ultima volta, che tanto ci ha insegnato con il suo stile e il suo essere costruttore di ponti tra gli uomini.
Ecco. Rottamiamo i modi sbagliati della politica. Il compromesso al ribasso, l'opportunismo, la smania del potere fine a sè stesso.
Teniamoci stretti Giovanni e quelli come lui. 



 
      

9 ottobre 2013

The good company

C'era una sera di pioggia, una bocciofila e un piatto di antipasti piemontesi.
Era marzo inoltrato, ma lo schiaffo preso il 25 febbraio faceva ancora male. Ci trovammo tra amici, una ventina, un po' per guardarci negli occhi e vedere se eravamo ancora tutti interi, un po' per capire se c'era ancora la voglia, e soprattutto le condizioni, per fare un po' di politica.
Discutemmo molto e decidemmo poco, ma fu un punto di partenza.
In questi mesi non ci siamo persi di vista. Abbiamo continuato a disctuere molto, anche in maniera accesa. Ci siamo presi per il culo e ci siamo stuzzicati. Nonostante le differenze, ci siamo uniti, mentre intorno a noi aumentavano le divisioni. Divisioni tutto attaccato, perchè di visioni (politiche) non ne abbiamo viste molte. Nessuna, a dirla proprio tutta.
E allora ci siamo detti che è arrivato il momento, anche per noi, di giocare la nostra partita.
Ci siamo detti che se uno è iscritto al Pd non lo è perchè gliel'ha detto Cuperlo, Civati o Renzi, ma perchè spera di fare qualcosa di utile per il mondo che abita e per i mondi che frequenta.
Abbiamo pensato che è ora di marcare un distacco e delle differenze rispetto agli accordi sottobanco, alle alleanze di potere, a chi guarda solo a sè stesso e al suo cadreghino.
Abbiamo deciso, insieme (e abbiamo anche dovuto insistere :) ), che Matteo Franceschini Beghini può essere il candidato democratico (non renziano, cuperliano, ecc, ecc, democratico) giusto per inaugurare una stagione nuova di questo malconcio Pd.
Ci proviamo. Sapendo che non abbiamo nulla da perdere e che abbiamo tanti spazi per fare cose divertenti e nuove, con persone divertenti e nuove. 
Liberi, aperti, allegri, determinati. La Buona Compagnia del Pd.
Il viaggio è appena iniziato e lo vogliamo presentare giovedì sera, alle 21, alla sede del Pd in via Masserano 6.
Tutte le info, qui.
     

3 ottobre 2013

Ma, alla fine, ieri cos'è successo?

Per come l'ho capita io, essenzialmente quattro cose.
La prima. Berlusconi ha preso una discreta nasata, e di questo c'è solo di che esserne contenti. Ha fatto il matto per una settimana, accusando i ministri che non lo volevano saguire di tradimento, salvo poi tradire lui stesso quelli che lo avevano seguito nella sua personale crociata. Una sorta di tragedia greca alle nostre spalle (e sulle nostre tasche). Fosse finita così, ci sarebbe da stare allegri, ma credo che ne vedremo ancora delle belle in questi mesi.
La seconda. I gruppi parlamentari autonomi costituiti dai fuoriusciti del Pdl ieri sembravano certi, oggi invece non si sa se saranno costituiti oppure no. E fa una bella differenza. Perchè se il Pdl rimane "unito", possiamo continuare a sperare che sto governicchio duri il meno possibile. Se invece questi gruppi si costituiscono Berlusconi sarebbe fuori dai giochi, senza numeri per far ballare Letta e senza ministri, ma il governo diventerebbe molto più "politico", reggendosi tutto sull'asse Letta-Alfano, e di conseguenza il suo orizzonte si allungherebbe in maniera preoccupante.
La terza. Grillo e i suoi, ancora una volta, sono stati di una inutilità più unica che rara. Gli otto milioni e passa di italiani che li hanno votati, ringraziano sentitamente.
La quarta, e la più grave. Temo sia finito il bipolarismo. e con lui i suoi protagonisti. Imploso il Pdl per mano di un democristianone come Letta, temo che il Pd rischi di fare la stessa fine se non si dà una linea seria, riconoscibile e autonoma. Per questo il congresso dell'8 dicembre sarà importantissimo. Credo comunque che ne capiremo di più quando s'inizierà a discutere della legge elettorale.
Qualcuno ha commentato che il voto di ieri sanciva la fine della seconda Repubblica. Non lo so. Non faccio previsioni. Più che altro perchè, se così fosse, non mi sembra di essere entrato nella terza ma di essere tornato alla prima.
Anche alla luce di questo, urge ricostruire uno spazio di centrosinistra dove gli elettori si sentono "a casa loro". Una roba al di là del Pd, di Sel e degli altri movimenti e partitini che in questi anni hanno concluso poco. Dopo queste giornate di tattica, speriamo arrivino anche quelle della politica.