30 giugno 2012

Diritti civili come nei paesi civili

Ho aderito con vero piacere a questo ordine del giorno promosso da alcuni compagni del Pd, che verrà presentato alla prossima direzione provinciale e che rappresenta una presa di posizione importante dopo le polemiche post Gay Pride.
Su questo tema, avevo già scritto qui


Il dibattito nazionale sulle unioni civili, così come quello sulle unioni tra persone dello stesso sesso, dopo anni di accelerazioni e brusche frenate, appare ormai aver accettato l'impossibilità di procrastinare l'individuazione di una soluzione normativa. Tavoli di discussione, iniziative simboliche e gruppi di studio si incrociano con un inarrestabile percorso culturale che si sviluppa dall'associazionismo fino alle istituzioni comunitarie, passando per gli Enti Locali e la giurisprudenza nazionale.

Diversi sono i segnali che ci fanno considerare i tempi ormai maturi e la loro origine ha carattere culturale e istituzionale: dall'evoluzione della percezione delle manifestazioni dell'orgoglio omosessuale - oggi vissute come gioiosi appuntamenti di festa per cittadini e famiglie - fino all'istituzione dei registri per le unioni civili in sempre più numerose città italiane, dai riti di nozze simbolici, "celebrati" da rappresentanti delle Istituzioni, fino alla condanna sempre più diffusa e convinta dell'omofobia da parte di strati sempre più vasti dell'opinione pubblica nazionale.

Il Partito Democratico è attore presente e attivo in questo dibattito. Si pone come punto di riferimento di quelle istanze che giudicano la nostra società pronta per la definizione di una norma moderna ed europea,  che sia un segnale forte in materia di allargamento delle tutele civili a tutti coloro che oggi, per ragioni di orientamento sessuale, si trovano esclusi e discriminati dallo stesso Stato di cui sono cittadini.

Tutto ciò premesso, il Partito Democratico di Torino,

1) Considera vincolante il recente richiamo del Parlamento Europeo agli Stati membri (contenuto nella risoluzione del 24 maggio 2012 "Lotta contro l'omofobia in Europa") affinché favoriscano l'accesso per le coppie omosessuali "a istituti giuridici quali coabitazione, unione registrata o matrimonio", sollecitando la Commissione Europea e i Governi a garantire l'attuazione della direttiva comunitaria sulla libera circolazione, proponendo misure per riconoscere reciprocamente i documenti di stato civile, "senza discriminazioni basate sull'orientamento sessuale".

2) Ritiene non più eludibile il pronunciamento della suprema Corte di Cassazione, che con sentenza del 15 marzo scorso ha stabilito che alle coppie omosessuali debba essere riconosciuto un trattamento civile omogeneo a quello assicurato ai coniugati e che le stesse possano rivolgersi al giudice per chiederne, in determinati casi, l'opportuno riconoscimento di tale trattamento.

3) Richiama ad ulteriore sostegno della necessità di giungere per via legislativa ordinaria al riconoscimento delle unioni fra persone omosessuali, la Sentenza 138 del 2010 emessa dalla Corte Costituzionale, con la quale la Suprema corte invita il Parlamento, in applicazione dell’art. 2 della Costituzione, ad “individuare le forme di garanzia e di riconoscimento per le unioni suddette, anche attraverso l’esame delle legislazioni dei Paesi che hanno riconosciuto tali unioni.”.

4) Giudica concluso il lavoro svolto dal Comitato nazionale Diritti del PD, presieduto da Rosy Bindi, i cui esiti rappresentano sicuramente un prezioso contributo per l'elaborazione di una normativa equilibrata e rispettosa dei diritti di ogni cittadino.

5) Rileva inoltre che il documento trasmesso al Segretario dal presidente del Comitato non ha trovato l'accordo dei membri e non è stato votato. Rappresenta un contributo alla discussione ma non certo la posizione prevalente, in materia di unioni civili, né dei membri del Comitato né della sensibilità diffusa tra gli iscritti e l'elettorato del PD. Si ritiene quindi non possa essere utilizzato come posizione ufficiale del PD vista l'assenza di accordo sui punti salienti del testo. Si ritiene che sia però necessario un chiaro e non più equivoco pronunciamento del PD atteso e da più parti sollecitato che interpreti la questione dei diritti civili e del principio di uguaglianza come nodo per l'affermazione di una forza progressista, laica e rispettosa del pluralismo.

6) Ritiene che in nessun caso e per nessuna ragione la battaglia politica e culturale per il riconoscimento dei diritti civili dei cittadini LGBT e per il superamento di ogni discriminazione basata sull'orientamento sessuale, anche quando essa si manifesta con azioni di carattere necessariamente evocativo, come la celebrazione  simbolica di matrimoni fra persone omosessuali, possa essere dileggiata, svilita o insultata..

7) Giudica necessario e urgente il pronunciamento formale del Partito democratico, attraverso il voto democratico dei suoi organismi dirigenti, per il riconoscimento del diritto civile delle persone omosessuali a formare, con le garanzie e le tutele stabilite dalla Costituzione e dalla legislazione, una famiglia, attraverso l’allargamento dei diritti e dei doveri previsti dal matrimonio civile, anche alle coppie formate da persone del medesimo sesso..

8) A tal fine, il Partito Democratico di Torino si riconosce nei principi affermati e negli impegni assunti dal segretario nazionale con la lettera inviata agli organizzatori del Gay Pride del 9 giugno scorso e si impegna a farsi promotore di ogni iniziativa politica e parlamentare volta a dare concreta attuazione a tali principi e a tali impegni.

9) Si impegna ad aprire un confronto con le organizzazioni e le associazioni LGBT promotrici di iniziative a favore del riconoscimento di diritti per le unioni omosessuali.

10) Invita iscritti, militanti, dirigenti e amministratori del PD torinese a farsi portavoce in ogni sede di tale sensibilità, con particolare riferimento alle Assemblee e Direzioni regionali e nazionali di cui eventualmente siano membri, oltreché in seno alle Istituzioni in cui eventualmente siano stati eletti.


Torino, 26 giugno 2012

  1. Matteo Franceschini Beghini – Direzione Provinciale PD Torino
  2. Mario Sechi – Direzione Provinciale PD Torino, Segreteria Provinciale PD Torino
  3. Claudio Ferrentino – Direzione Provinciale PD Torino
  4. Andrea Benedino – Segreteria Provinciale PD Torino, Direzione Nazionale PD
  5. Paolo Furia – Segretario GD del Piemonte, Segreteria Regionale PD Piemonte
  6. Luca Bosonetto – Direzione Nazionale PD, Segreteria Nazionale GD
  7. Raffaele Bianco – Vicepresidente Provinciale PD Torino
  8. Luca Cassiani – Direzione Provinciale PD Torino, Consigliere Comunale di Torino
  9. Andrea Aurora Di Benedetto – Direzione Provinciale PD Torino, Assessore Città di Nichelino
  10.  Caterina Romeo – Direzione Provinciale PD Torino, Consigliere Provinciale di Torino
  11.  Nadia Conticelli – Direzione Provinciale PD Torino, Presidente Circoscrizione 5
  12.  Ivana Pelloso – Direzione Provinciale PD Torino
  13. Marta Levi – Consigliere Comunale di Torino
  14. Andrea Stara – Consigliere Regionale 
  15. Lucia Centillo – Consigliere Comunale di Torino
  16. Ilda Curti – Direzione Regionale PD Piemonte, Assessore Città di Torino
  17. Malvina Brandajs – Direzione Regionale PD Piemonte, Segreteria Provinciale PD Torino
  18. Valentina Cremonini - Direzione Regionale PD Piemonte, Segretario Circolo PD 7 Torino
  19. Sergio Bisacca – Presidente del Consiglio Provinciale di Torino 
  20.  Diego Sarno – Assessore Città di Nichelino 
  21.  Stefano Esposito – Deputato PD, Direzione Nazionale PD
  22. Davide Turchetto – Consigliere Comunale di Settimo Torinese
  23. Simona Vlaic – Segretario Circolo PD Torino 4
  24. Antonio Boccuzzi - Deputato PD
  25. Francesco Mele – Segretario Circolo PD Torino 8
  26. Serena Sasanelli – Segretario Circolo PD Brandizzo
  27. Jacopo Suppo – Segretario Circolo PD Condove
  28. Alice Arena – Segreteria Provinciale GD Torino
  29. Federica Fotia – Segretario GD San Mauro Torinese
  30. Marco Quattrocchi – Tesoriere Circolo PD Torino 8
  31. Augusto Montaruli – Capogruppo PD Circoscrizione 8 Torino
  32. Piera Riffero – Segreteria Circolo PD Torino 8
  33. Filippo Grosso – Segreteria Circolo PD Torino 8
  34. Raffaele Boninfante - Segreteria Provinciale GD Torino

Chiudiamo il cerchio

La storia dei successi di questa Spagna invincibile iniziò qui, proprio contro di noi.
Tra quel giorno e domani sera è successo di tutto. Europeo e Mondiale per le furie rosse, tante delusioni, cambi in panchina e incretezze per noi.
Ora che i trofei sono in bacheca, quello che conta è solo il campo, dove abbiamo dimostrato di potere dire la nostra.

E per uno strano gioco del destino, domani sera possiamo tornare a vincere battendo proprio quelli che hanno dato il là alla nostra crisi  
Io ci credo.
Chiudiamo il cerchio, e facciamo festa! 

29 giugno 2012

Staremo a vedere

Distratti dalle imprese calcistiche dei nostri beniamini, forse alcuni si son persi per strada queste due dichiarazioni di Casini e a Vendola, che hanno rispettivamente aperto e chiuso questa calda settimana. Un bel colpo per il buon PiGi, che dopo aver lanciato le primarie porta a casa il sostegno e l'abbandono del campo dei leader che gli stanno "di fianco", delimitando de facto i confini della prossima alleanza di governo. Se l'Italia non vince l'Europeo (nel caso, ci sorbiremo di nuovo 3 mesi di "poppopoppoppopo"), "l'alleanza moderati-progressisti" rischia di diventare il tormentone dell'estate. 
A parte il fatto che sul tema specifico vi consiglio di leggere questo articolo, dopodiché, tutti questi movimenti mi fan pensare più a un patto di sopravvivenza che a una vera prospettiva politica. A Pierferdi è venuto meno mister B. con cui far sponda, mentre a Vendola quel clima di entusiasmo semi messianico che lo avvolgeva nell'autunno del 2010. A forza di aspettare, si sono logorati entrambi, scazzottando con il Pd salvo poi dovergli correr dietro. Un successo tutto bersaniano, ampiamente pronosticato da Gotor sul Sole 24 Ore quasi un anno e mezzo fa.
Può anche darsi che questo sia un passo in avanti, un modo per far capire al governo e a Napolitano che una maggioranza alternativa a questa esiste già, e che se si votasse in autunno non sarebbe un dramma.
Può anche darsi però, e questo mi preoccupa, che si tratti solo di un patto "di sindacato" per la conservazione dell'esistente, bloccando così sul nascere i tentativi (disorganizzati, lo ammetto) di quelli che credono nella necessità di un rinnovamento vero, profondo e immediato.
Staremo a vedere.
  
 

C'è Italia e Italia

C'è un'Italia che vince e fa sognare.
C'è un'Italia che, nonostante se stessa, sa ancora emozionarsi
C'è un'Italia che..la mamma è sempre la mamma (anche se ha il colore della pelle diverso)
C'è l'Italia delle braccia alzate di Rivera, dell'urlo di Tradelli, della corsa di Del Piero, dei muscoli di Balotelli.

C'è un'Italia che, alla fine, ce la fa sempre.

Ce n'è un'altra invece, che proprio non ce la fa

   

28 giugno 2012

La partita più bella del mondo

Lo è da sempre.
Mia nonna mi ha raccontato il gol di Rivera a Città del Messico.
Mio papà l'urlo di Tardelli al Santiago Bernabeu.
Io potrò raccontare ai miei figli la corsa rabbiosa di Del Piero, quella sera, a Dortmund.
Stasera però sarà dura.
Durissima.
Come non lo è mai stato.

Noi però, sappiamo benissimo cosa fare.

Il lavoro, i diritti, i doveri


Anche ieri, il ministro Fornero è riuscita a strappare le prime pagine dei giornali grazie ad una delle sue solite uscite. “Il posto di lavoro non è un diritto, ma una cosa che uno si deve guadagnare”.
L’unica cosa positiva di questa uscita, a giudicare dal casino che ha creato nella rete, è che migliaia di persone che probabilmente in vita loro non avevamo mai neppure preso in mano la Costituzione, ieri si son lette l’articolo 4 che recita così: “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”.
Il lavoro quindi è un diritto (per tantissimi, me compreso, è addirittura una necessità), e le chiacchere stanno a zero. Forse la Fornero voleva semplicemente dire che sul lavoro bisogna darsi da fare perché il mondo è cambiato e quindi sono cambiati anche i lavori e i modi di lavorare, ma ha sbagliato modi, toni e soprattutto parole.
Detto questo, mi interesserebbe però sapere cosa sta facendo il ministro per mettere in pratica l’altro “pezzo di frase”, quello dove si dice che “La Repubblica promuove le condizioni che rendono effettivo questo diritto”, cioè si sbatte per creare occupazione, opportunità, crescita.
Ecco, dopo le sue (e anche le nostre) lacrime, cosa sta facendo il ministro per promuovere la crescita, visto che di lavoro ce n'è sempre meno (questo è il problema vero)? La riforma del mercato del lavoro che è stata votata per la prima volta ieri dal Parlamento, servirà davvero a sciogliere i nodi (o almeno alcuni…) che stanno soffocando l’Italia? La mia risposta è, purtroppo, mi sa di no. Francamente mi aspettavo di più per quanto riguarda ammortizzatori sociali, attenzione ai giovani, flessibilità legata a garanzie.
Invece niente, o poco. Troppo poco.
Credo quindi che la famigerata intervista del ministro rappresenti bene il declino di un governo che ha fatto alcune cose significative ma che ha perso lo smalto dei primi mesi, che ha alcuni ministri ormai in piena campagna elettorale (per chi poi, non si sa) e che deve sempre di più fare i conti con le dinamiche dei gruppi parlamentari che lo sostengono
Il tempo “tecnico” quindi mi sembra agli sgoccioli, con buona pace di tutti, in primis di chi ne fa parte. Perché, si sa, “il posto di lavoro non è un diritto, ma una cosa che uno si deve guadagnare”.    


27 giugno 2012

L'Europa ci salverà

Il consiglio Europeo in programma domani e venerdì sembra ormai diventato uno spartiacque, in cui l’Europa e la sua moneta unica si giocano gran parte del loro futuro.
A differenza di qualcuno, non ho bottiglie in fresco per festeggiare la fine dell’euro, e non sogno default o bancherotte per “far come l’Argentina”. La prospettiva di vivere raccogliendo cartoni per strada per un paio d’anni non mi attira per niente.
Mi piacerebbe molto invece che si iniziasse a discutere seriamente di un’Europa unita per davvero, come la descrive Sergio Romano in questo bellissimo articolo che parla della crisi che stiamo vivendo da una prospettiva diversa, sulla punta dei piedi, sforzandosi di guardare un po’ più in là. Un’unità che si cerca di costruire fin dai tempi del Manifesto di Ventotene, ma che nella realtà non si è mai attuata. E se una volta le distanze complicavano tutto, oggi questa scusa non regge più. Personalmente, ho avuto la fortuna di conoscere l’Europa guardandola dal finestrino di un treno (mitico, il biglietto Interrail…). Sono stato ospite di famiglie a Varsavia come a Lisbona o a Rotterdam, ho passato giornate meravigliose a Stoccolma, Atene, Berlino, Edimburgo, Helinski, Budapest, Tallin, Madrid, ecc, ecc. Posti diversi, accumunati dall’idea di far parte di una comunità più grande: quella europea appunto.
“Paiono traversie e sono opportunità” diceva Giambattista Vico, e mai come in questi giorni questa frase mi sembra attuale  Mi auguro quindi che vengano prese delle decisioni all’altezza dei problemi che dobbiamo affrontare, anche se le premesse non mi sembrano incoraggianti.    



26 giugno 2012

#Liberalasedia




Lunedì 2 luglio, alle 21, sarò qui.
Parleremo di rinnovamento, di partecipazione e di buona politica.
In pratica, della ProssimaItalia.

Con Fabio, Paolo, Steven, Ilda e Nino.
Gente che ne sa...

Siateci :)

25 giugno 2012

Quanto è lontana Torino da Stoccolma...

Oggi ho letto la bella intervista ad Anja Paerson, che ha deciso di fare outing e dichiarare al mondo la relazione con la sua fidanzata Filippa: "Sono stanca di essere diversa da quello che veramente sono e di giocare un gioco. È arrivato il momento di dire la verità, lo devo a me stessa e soprattutto a Filippa. È finito il tempo delle voci".
Mentre leggevo le parole della sciatrice svedese mi è tornata in mente la lettera di Morgando riguardante il Gay Pride di domenica scorsa. Al segretario regionale non è andata giù la presenza di alcuni iscritti del Pd che hanno celebrato dei "matrimoni" tra coppie omosessuali. "Una classe politica e dirigente davvero seria -ha detto Morgando- costruisce una posizione su questi temi che sono prima che politici culturali, e la costruisce senza fare strappi, senza ricorrere a gesti un po’ carnevaleschi, che poi non producono risultati concreti a favore delle coppie omosessuali..."
Ecco, vorrei capire a quale classe dirigente si riferisce. Perchè quella di cui fa parte lui discute di diritti civili da almeno 20 anni, senza cavarne un ragno dal buco, sempre attenta a non scontentare la Binetti di turno. Quella che invece "ricorre a gesti un pò carnevaleschi" non ha paura di sembrare politicaly uncorrect, e prova a stare dalla parte di una fetta di popolazione (che si aggira intorno ai cinque milioni di persone...non esattamente quattro gatti) che vive sopportando uno stillicido di discriminazioni quotidiane.
Diciamocelo. Un gesto come quello di Anja in Italia non sarebbe ancora culturalmente accettato.
E questo anche per colpa della nostra classe politica, che sui diritti civili ha deciso di affidarsi al gattopardismo: fare un sacco di parole, dire di voler cambiare tutto per poi non cambiare nulla.
Sarebbe il caso di cambiare registro, perchè ci sono milioni di Anja in Italia che non ne possono più di vivere senza diritti e senza dignità.
.

24 giugno 2012

2.163 grazie





in una settimana on-line, più di 2.000 contatti.
che roba! da non credere...
grazie grazie grazie e...non mollate.
il bello deve ancora venire :))