28 febbraio 2014

Rassegna stampa condovese


Anche Luna Nuova dà spazio all'incontro di martedì sera.
Devo dire che Veggio rimane il più coerente. Ha una posizione, a mio avviso sbagliata, ma la porta avanti a viso aperto, senza giochetti.  
Ci tengo invece a tranquillizzare Pietro Milazzo. Non ha bisogno dell'avvocatura rossa. Ho argomenti a sufficienza per sostenere quello che penso anche senza il suo aiuto. Se ha, o ha avuto, dei problemi con mia madre, sa benissimo dove trovarla. Il fatto poi che si citino episodi risalenti a oltre 20 anni fa è il segnale che c'è bisogno di un rinnovamento bello forte, anche a Condove. 
Notevoli anche le dichiarazioni del Sindaco. Prima di candidarmi, aspetto di vedere cosa fanno gli altri. Per la serie, so di aver lavorato bene, difendo il mio lavoro, rilancio e non temo nessuno.
Eh sì, proprio così. 
A martedì. Sarà divertente. 

27 febbraio 2014

Rassegna stampa condovese


L'8 giugno 2013, scrissi questo post.
"Per uscire da questa situazione, l'unica strada è quella dell'inclusione. Bisogna dar vita il prima possibile ad uno spazio aperto a tutti quelli che vogliono voltare pagina. Un laboratorio, un comitato, un'assemblea permanente, chiamatela come vi pare. Un posto dove si discuta non delle persone ma delle cose da fare. Dove vengano fuori idee, soluzioni, problemi, magari anche sogni. Un percorso che renda tutti partecipi e che riattivi un po' di energie che si sono perse per strada. Per amministrare una comunità bisogna innanzitutto essere in sintonia con essa, capirne le esigenze e i cambiamenti, cercando di interpretarli. Bisogna far vedere visivamente che non ci sono due destini differenti tra eletti ed elettori, ma solo ruoli diversi per un unico obiettivo: rendere Condove un posto migliore di quello che è oggi. In un contesto del genere, chi ha competenze, voglia, intelligenza, disponibilità, capacità di leadership, emergerà con nettezza e sarà chiaro a tutti su chi poter puntare.
Nessuna decisione a tavolino, nessun accordo tra gruppi, nessun diktat, ma un nuovo patto di cittadinanza".
Ecco. Un nuovo patto di cittadinanza. E con la cittadinanza.
Riflessione/appello che all'epoca cadde nel vuoto.
Non posso quindi che essere felice nel leggere l'appello che oltre 50 condovesi (e altri se ne stanno aggiungendo in queste ore) hanno sosttoscritto per chiedere un incontro pubblico alle tre minoranze.
La strada è questa qui, come dico da tempo.
Non solo quindi confermo la mia presenza martedì sera (non vedo l'ora, sul serio), ma ringrazio chi si è preso la briga di organizzarla.

Registro però anche la presa di posizione di Buongiorno Condove, anche questa non nuova, ma che da questa mattina è ancora più esplicita.    

24 febbraio 2014

La banalità del male

Arrivati ad Auschwitz mi ha colpito il paesaggio.
Una campagna tranquilla, dolce, laboriosa. Un posto come tanti.
Mi aspettavo il freddo e la neve, invece c'era un bel sole, a tratti anche caldo.
C'erano un sacco di colori. Ovviamente.
I prati, le baracche, le celle, i cortili.
Il cielo. Azzurrissimo.
Io che ho sempre e solo visto quel posto in filmati in bianco e nero, sgranati, rovinati, mi son ritrovato davanti agli occhi un luogo ordinario. Normale.
Vero, presente. Non lontano nel tempo, dimenticato.
E poi gli archivi, le foto segnaletiche, le schede dei prigionieri, le statistiche.
Una macchina burocratica gigantesca. Fredda, rigida e distaccata come tutte le burocrazie.
Centinaia di persone che per anni hanno lavorato con zelo ad una mostruosità impossibile da descrivere.
Forse abbiamo difficoltà a credere che l'inferno esista sul serio, che non è un posto distante e diverso dai tanti che viviamo e che frequentiamo. Che cresce e si alimenta nelle pieghe dell'indifferenza, del qualunquismo, del fanatismo, dell'ignoranza, della disperazione e della mediocrità.
Ho capito cosa intendeva Hannah Arendt quando, seguendo il processo Eichmann, descrisse l'ufficiale nazista come il simbolo della "banalità del male".
Sconvolge sapere che tutto quell'orrore è stato possibile.
Inquieta pensare che può accadere (e ahimè, è già accaduto) ancora.
      
     

21 febbraio 2014

Treno della memoria


Domani mattina raggiungerò a Cracovia i ragazzi che stanno partecipando al Treno della Memoria 2014. Sarà una toccata e fuga, purtroppo, ma quando mi è stato chiesta l'adesione in qualità di amministratore (mi pago tutto io, sereni...), ho detto sì al volo. Il Treno della Memoria è un'occasione di crescita e di partecipazione straordinaria, che ogni anno coinvolge centinaia di ragazzi e che merita di essere sostenuta e potenziata. Insomma, l'esatto contrario di cosa ha fatto la Regione fino ad oggi.
Quest'anno ci saranno anche cinque ragazzi di Condove, che incontrerò domani sera e che spero possano tornare a casa con la voglia di condividere la loro esperienza anche con chi non ha potuto vivere i prima persona quello che stanno vivendo loro in questi giorni.
 
 
 
 

14 febbraio 2014

Dalla Leopolda a Palazzo Chigi

Matteo Renzi ha trasformato la sede del Pd nella saletta vip del Bellagio.
Si è seduto al tavolo, ha fatto all in e adesso si gioca le sue carte.
E le sue fiches.
Che siamo noi.
Ieri solo noi militanti democratici. Da oggi tutti gli italiani.
Non so perchè l'abbia fatto. Ci sono cose che evidentemente non conosciamo (e forse è meglio così) e pezzi del puzzle che mancano.
Vi consiglio però due ottimi post, che mi trovano d'accordo al 100%
Una spiega il perchè di questo scelta e il relativo percorso politico.
L'altra spiega perchè c'è il rischio concretissimo che vada tutto in vacca.
Sono un po' lunghi, ma ne vale la pena.
Buona lettura

12 febbraio 2014

Matteo Renzi e la mossa Kansas City


Quello che sta capitando a Roma in queste ore è incomprensibile.
Anzi, peggio. E' il remake di un film già visto, con attori diversi ma dal finale abbastanza scontato.
C'è chi per scacciare il fantasma di quel Prodi-Veltroni, anno domini 2008, ha riesumato addirittura la "staffetta".
Come quella tra Mazzola e Rivera a Messico '70 o tra Baggio e Del Piero a Francia '98. Bene ma non benissimo.
O come quella tutta made in Prima Repubblica (dove rischiamo di tornare di corsa), tra Craxi e De Mita, che non si concretizzò mai.
Insomma, giriamola come vogliamo, ma sto cambio in corsa Letta-Renzi non mi convince neanche un po'.
Forse il film che ha in mente Matteo Renzi è un altro.
Da grande appassionato del cinema qual è, avrà sicuramente visto "Slevin", è saprà benissimo cos'è la mossa Kansas City. Far saltare il banco, mischiare le carte, l'effetto sorpresa.
Occhio però. Perchè la mossa Kansas City, per riuscire bene, ha bisogno di un morto.
Non vorrei che fosse proprio Renzi a rimetterci l'osso del collo. E noi con lui.

9 febbraio 2014

Ho un dubbio

Se avete seguito un minimo le vicende condovesi sapete che a fine maggio si vota, sapete che il quadro è abbastanza complicato e che il sottoscritto ha provato a lavorare per tenere insieme gli elettori (o il maggior numero possibile) che non si riconoscono in questa maggioranza.
Maggioranza che non solo a mio avviso ha lavorato male, ma che adesso sta iniziando anche a perdere i pezzi (leggi le assenze in consiglio comunale e le prese di posizione del consigliere Paola Suppo).
Cosa che dovrebbe responsabilizzare ancora di più noi minoranze.
Fino ad oggi però, gli appelli all'unità fatti da me e anche da Pietro Milazzo sono stati commentati con un mix di distacco e fastidio, motivati con argomenti di politica nazionale che posso anche capire, ma che credo centrino poco con Condove e con quello che serve a Condove per rimettersi in marcia.
Tutto legittimo. A mio avviso poco sensato, ma legittimo.
Inizio ad avere un dubbio però, che mi è venuto ascoltando un numero sempre cresente di compaesani, di voci, di preoccupazioni.
Se il quadro restasse questo qui, mi sa che in molti sceglierebbero di fare altro, nel week end elettorale, piuttosto che andare a votare.
Cosa mai positiva, che quando capita alle comunali è il segnale di un malcontento e di un disagio forte, che se dovesse succedere anche a Condove, dopo cinque anni come quelli che abbiamo vissuto, sarebbe un fallimento per tutti.
Un pensiero che sta crescendo perchè il tempo è sempre meno e perchè quell'unità che in molti vorrebbero non si sta concretizzando.  
Mancano pochi mesi. Pochi, ma non pochissimi.
Non bisogna avere fretta, ma non bisogna perder tempo.      


      

7 febbraio 2014

Rassegna stampa condovese. Il futuro della Vertek


Ieri su LaValsusa è uscito un pezzo sul consiglio comunale di venerdì scorso. Tra gli undici punti all'ordine del giorno, il più importante è stato certamente quello riguardante la Vertek, un o.d.g. di solidarietà ai lavoratori presentato da Sinistra per Condove e a cui io ho aderito convintamente.
Ieri sera ho avuto un incontro con il sindaco e gli altri capigruppo, dove abbiamo concordato la convocazione di un consiglio comunale straordinario e aperto, proprio come si chiedeva nell'o.d.g., verosimilmente intorno al 28 febbraio. Allora probabilmente avremo le idee un po' più chiare sul futuro della nostra fabbrica, visto che il termine ultimo per la presentazione delle offerte per l'acquisizione del gruppo Lucchini scade lunedì 10.
Segnalo inoltre che venerdì prossimo, il 14, nel pomeriggio (alle 14 alle 17), i lavoratori della Vertek hanno indetto un'assemblea pubblica sul lavoro, che si svolgerà nel salone della biblioteca.
  

4 febbraio 2014

Un bel Paese


Da almeno cinque giorni il dibattito politico è più o meno questo: pompinare, fascisti, ladri, Kasta!!1!, morti, ecc, ecc. In mezzo, una proposta di legge elettorale che più passano i giorni, meno si capisce che fine farà, e un decreto su BankItalia approvato in fretta e furia. Un cadeau alle banche, vero, che però devono essere rifinanziate in qualche modo e qualcuno dovrebbe anche spiegarci se c'è una proposta alternativa per farlo.   
Non ho voluto scrivere di queste "amenità".
Sono abbastanza basito. E preoccupato.
E anche un po' triste.
Perchè se il governo fa male (di solito non fa, se si mette d'impegno, fa male...) è un problema per tutti, ma la risposta non è saltare sui banchi, fare caciara e insultare mezzo mondo. Bisognerebbe fare una proposta alternativa che spacchi il fronte (chi le fa però, rischia grosso).
Insultare poi chi non la pensa come te, dando cittadinanza politica a linguaggi e discorsi che si fanno nei cessi dello stadio, è appunto preoccupante, triste e anche pericoloso.

Di questi giorni mi rimarrà un'immagine. Che non c'entra nulla con la sceneggiate in Parlamento o i tweet deliranti. E' la foto di un assessore che, onde evitare improbabili danni alla salute (??), entra in una scuola e stacca l'hotspot del wi-fi tra le risate degli alunni e i sospiri di sollievo dei genitori.
  
E' una foto riassuntiva.
Viviamo in un Paese così.
Dove si bruciano i libri e si staccano i router.
Dove, di conseguenza, si insultano le donne invece di criticarle nel merito delle cose che fanno o si difendono le istituzioni mortificandole. 
Una roba tra l'alto Medioevo e l'Iran di Khomeyni.
Auguri a tutti.