30 maggio 2013

Mi viene in mente Dante

Dopo aver querelato la Gabanelli, ora Grillo se la prende sul suo blog anche con "un ottuagenario miracolato dalla Rete, sbrinato di fresco dal mausoleo dove era stato confinato dai suoi". Cioè Stefano Rodotà.
Se fossi in Gino Strada o in Gustavo Zagrebelsky inizierei a preoccuparmi. Prodi invece abbiamo già pensato noi a sistemarlo.
Non faccio nessun commento, perchè mi sembra evidente che tutte queste sceneggiate sono la causa dei pessimi risultati del Movimento 5 Stelle alle amministrative e che Grillo sia vittima del suo ruolo e di se stesso. Come molti attori a fine carriera.
Continuo a pensare che senza il gran casino fatto da Grillo alcuni temi non avrebbero avuto cittadinanza sulla scena politica italiana, dimenticati spesso anche dal Pd che, in molti casi, li aveva posti per primo (vedi costi della politica, riforma istituzionale, green economy, ecc, ecc).
Continuo anche a pensare che chi crede in quel partito farebbe bene ad organizzarne la democrazia interna, se non vuole sparire dalla scena o arrendersi, mani in alto, ad un despota.   
Mi vengono in mente le parole di Dante, che nel XIX canto del Paradiso scrive.
"O tu chi sei che vuoi sedere a scranna
per giudicar lungi mille miglia
con la veduta corta d'una spanna"

29 maggio 2013

1985-2013. Per non dimenticare l'Heysel

Il 29 maggio 1985, allo stadio Heysel di Bruxelles, si è giocata la finale di Coppa dei Campioni tra Liverpool e Juventus.
Prima dell'inizio della gara, un gruppo di hooligans inglesi attaccò i tifosi italiani, provocando il crollo di un pezzo di una gradinata dello stadio sotto cui rimaserò uccisi 39 tifosi.
La partita venne fatta giocare lo stesso, con molto ritardo, tenendo i giocatori delle due squadre all'oscuro della gravità di quello che era successo.
Vinse la Juve, con un rigore inesistente realizzato da Platini.
La storia siamo noi ha realizzato uno speciale per ricordare quella disgrazia che resta, ancora oggi, uno dei momenti più tragici della storia del calcio europeo.  

28 maggio 2013

Ma quando si fa il congresso del Pd?

Quando non lo sappiamo ancora.
Sappiamo però che Pippo Civati si candida a segretario e abbiamo deciso di dargli una mano.
Ci troviamo sabato 1 giugno, dalle 10.30 in poi, all'Hiroshima.
Un incontro aperto che più aperto non si può, senza inviti perchè tutti siete invitati.
Iscritti e non, amici e simpatizzanti, sostenitori e lettori del blog, militanti e scazzanti (cioè gli scazzati ma che hanno ancora voglia di dare una mano).
Facciamo due parole, mangiamo qualcosa insieme e ci diamo una piccola organizzata.
Per conoscersi, fare rete e iniziare a lavorare.
Tutte le info, qui.
La strada è lunga, ma merita di essere percorsa fino all'ultimo metro.

27 maggio 2013

Due riflessioni

La prima, molto interna al Pd.
La vittoria di Serracchiani in Friuli e quella al primo turno di Marino, mi fan pensare che l'elettorato sa distinguere il rinnovamento vero da quello finto. E lo premia. Ma soprattutto premia chi nel Pd non è "mainstream", chi ha il coraggio delle idee e soprattutto chi ha un'idea chiara di cosa dovrebbe diventare l'Italia.
La seconda è un po' più umorale.
Ci aspettavamo lo tsunami definitivo. Il big one di tutte le alluvioni. Invece la gente se ne è rimasta a casa e lo tsunami è diventato una mezza pioggierellina primaverile. Non solo a Roma, ma anche a Vicenza, a Treviso e addirittura a Siena, terra di tutti gli scandali.

E' un messaggio alla politica, ed è molto chiaro.
Si torni a parlare di cose che interessano alle persone, mettendosi di buona lena a battere i territori palmo palmo, a filo d'erba, ascoltando prima di parlare. Le chiacchiere da bar, le urla, le semplificazioni o le pastette durano il tempo di una stagione, e funzionano se ci si limita ai titoli dei giornali, alle notizie fake che affollano il web, ai punti interrogativi intervallati dell'uno alla fine di un'invettiva.
La politica è altro. E' visione, responsabilità, gestione delle complessità.
Lo spazio per recuperare chi questa volta è rimasto a casa è questo qui.
Stretto, lungo e difficile da percorrere. Io però non ne vedo nessun altro.

26 maggio 2013

Amministrative 2013

Chi fa politica fa schifo!
Sono lì solo per rubare, per fregarci, per farsi gli affari loro!
Fanno finta di litigare da vent'anni e poi fanno il governo insieme!
Sono tutti uguali!!
Tutti! Tutti quelli che stanno seduti in Parlamento!
Sono tutti uguali!
Anche quelli nuovi, quelli che dicono di voler cambiare il mondo ma che poi pensano solo alla diaria.
Adesso basta!
A sto giro tutti a casa! STAREMO TUTTI A CASA!



24 maggio 2013

Strade e pensieri per domani

"Giovedì il Consiglio nazionale dei Boy Scouts of America, la più grande associazione scout degli Stati Uniti e una delle più grandi al mondo, ha approvato una norma che permette ai ragazzi dichiaratamente gay di far parte del movimento, contrariamente a quanto successo finora".

Il resto, su IlPost.

Un mondo "un po' migliore di così" lo si costruisce attraverso questi gesti.
Perchè le cose cambiano solo in un modo. Cambiandole.

Il centesimo Mole

Il pezzo che ho scritto per IlPost ha fatto il botto.
106 tweet, oltre 700 like su Facebook e centinaia di condivisioni.
La storia del centesimino sbagliato che da ieri sera vale 6.600 euro ha spaccato.
In giornata, se riusciamo, vi faremo vedere anche il momento dell'aggiudicazione.
Nel frattempo, continuate a cercare nelle vostre tasche. Magari esce fuori un gran bel viaggio.


22 maggio 2013

Moriremo di tattica

Perchè di politica se ne parla sempre meno.
Ci spiega come Dino Amenduni.
Che è un amico, un gran giornalista e soprattutto la sa lunga.

20 maggio 2013

Matteo Renzi e la Tav. Un punto di vista pragmatico.

"Prima lo Stato uscirà dalla logica ciclopica delle grandi infrastrutture e si concentrerà sulla manutenzione delle
scuole e delle strade, più facile sarà per noi riavvicinare i cittadini alle istituzioni. E anche, en passant, creare posti di lavoro più stabili".
Ne parlammo alla Leopolda, quasi tre anni fa.  Matteo Renzi, ieri al salone del libro, presentando il suo ultimo libro "Oltre la rottamazione", ribadisce il concetto.
L'intervista completa la trovate qui, ed è stata pubblicata da Europa.

p.s. Bersani è il Dorando Pietri della politica mi ha fatto scassare dal ridere :)

18 maggio 2013

Oggi ho comprato l'Unità

Cosa che non faccio quasi mai.
Su Left, l'inserto del sabato, c'è una bella intervista a Pippo Civati che vi consiglio di leggere.
La trovate qui.
Una lettura che riappacifica con il Pd, con la politica, con il futuro.
Inoltre, segnalo che da ieri sera è attiva la pagina Facebook Piemonte per Civati, uno strumento per tenersi aggiornati sulle iniziative di Pippo ma soprattutto per organizzarsi in vista del congresso.
Tre anni fa, al Bellezza, eravamo un piccolo gruppo di sognatori. Ora
possiamo farcela davvero a cambiare il Pd e questo Paese.
Duri, ma senza perder la tenerezza.
  

17 maggio 2013

Manco l'onore delle armi

Neanche quello ci meritiamo.
Era facile intuire che con la coalizione di centrosinistra evaporata e il Pd gambe all'aria, di cose furbe questo governissimo ne avrebbe fatte poche.
Oggi il Consiglio dei Ministri ha ratificato la sospensione della prima rata dell'Imu prevista per giugno, in attesa di una rimodulazione della tassa che sarà discussa più in là. Per inciso, questa rata era quella destinata ai comuni, che oltre a non poter spendere i soldi che hanno per colpa del patto di stabilità, ora si vedono privati anche dell'unica tassa consistente che riscuotono ancora.
Alla fine l'ha avuta vinta Berlusconi, come quasi sempre in questi ultimi vent'anni, che ora ha un risultato concreto da portare in campagna elettorale e può staccare la spina a Letta quando vuole.
Di misure per ridurre il costo del lavoro colpendo le rendite, i grandi patrimoni e l'evasione manco a parlarne, così come si son persi per strada i soldi da ridare alle imprese (che sembra siano 40 miliardi circa) forse saranno erogati (metà, non tutti), forse nel 2013, sicuramente non nel 2014.
Sia chiaro, l'Imu è meglio non pagarlo che pagarlo, ma visto che questo governo doveva affrontare "le priorità", l'Imu non mi sembra rientrare in questa categoria.  

 

16 maggio 2013

I villaggi Potëmkin e l'Italia che verrà

L'unica cosa che ha convinto tutti questi cantori del declino è la consapevolezza della loro assoluta mancanza di talento». Nel corso della sua storia recente, l'Italia ha superato crisi ben più gravi di quella attuale. La generazione dei nostri nonni si è trovata a dover ricostruire il Paese dopo una guerra mondiale. Quella dei nostri padri ha vissuto una stagione nella quale la violenza degli opposti estremismi ha messo a repentaglio la tenuta stessa delle istituzioni democratiche. Ne siamo usciti ogni volta a testa alta. Con un Paese più solido, più prospero e più civile. Oggi ci troviamo di nuovo di fronte a un bivio. Una stagione politica si è chiusa senza meritare neppure l'onore delle armi: il ventennio della Seconda Repubblica ha narcotizzato l'Italia mentre il resto del pianeta si trasformava a ritmi sempre più vertiginosi. Adesso è il momento di decidere che Italia vogliamo. Un Paese che si rassegna alla spirale del lento declino perché ne ha viste troppe e non crede più in nulla. Oppure un'Italia che ha ancora davanti a sé i suoi giorni migliori, una nazione giovane – in confronto ai venerabili Stati che ci circondano – che deve ancora realizzare il vero potenziale del suo stare insieme. La nostra convinzione è che oggi la maggioranza degli italiani, di tutte le età e di tutti gli orientamenti politici, voglia il cambiamento. Le resistenze, beninteso, esistono. Ma questo è uno dei rari momenti nei quali il desiderio di svoltare pagina è più forte di quello di conservare l'esistente. A patto di voler davvero uscire dal villaggio e dalle sue logore scenografie, senza avere più paura".

Le ultime righe di un bellissimo pezzo di Andrea Romano e di Giuliano da Empoli, uscito sull'ultimo numero di IL, una rivista che vi consiglio di cuore.

La maledizione di Guttmann

Ieri sera il Benfica ha perso l'Europa League, superata al 93' dal Chelsea che, dopo aver giocato una partita mediocre, si è portata a casa il trofeo grazie ad un gol di testa di Ivanovic.
Per il Benfica è la seconda beffa nei minuti di recupero in tre giorni. Domenica infatti, nella penultima giornata di campionato, aveva perso 2-1 contro il Porto al 92', perdendo gara, testa della classifica e molto probabilmente anche il campionato. Due brutti colpi, anche se la sconfitta di ieri sera all'Amsterdam Arena è quella che fa più male e che inquieta sempre più i tifosi delle Aguias. Centrano un allenatore ungherese, dei soldi e un maledizione lunga 51 anni.
Bela Guttmann era un ebreo ungherese, che dopo una discreta carriera da giocatore divenne famosissimo come allenatore per le sue vittorie, per il suo caratteraccio ma soprattutto per i suoi metodi di gioco rivoluzionari. Siamo alla fine degli anni '50, e dopo aver allenato il Milan, il San Paolo e il Porto, Guttmann passa al Benfica. A Lisbona trova una squadra giovane e affamata, giocatori come Joaquin Santana e Jose Aguas e una società che gli lascia carta bianca. Guttmann rivoluziona i metodi di allenamento, puntando molto sulla parte atletica, sugli schemi di gioco (s'inventa il 4-2-4), sui movimenti senza palla, sulla preparazione psciologica del calciatore. Tutte cose per noi ovvie ma che all'epoca suonavamo quasi come un'eresia (leggetevi "Storia delle idee del calcio", di Mario Sconcerti. Vi si aprirà un mondo). Con Guttmann il Benfica vola in Portogallo e in Europa, dove riesce a vincere due Coppe dei Campioni consecutive, nella stagione 1960-61 e in quella 1961-62. Nella stagione 1961-62 esplode il fenomeno Eusebio, talento purissimo voluto dallo stesso Guttmann dopo averlo visto in un torneo giovanile. Finita la stagione però, i rapporti tra il tecnico ungherese e la società si deteriorano. Guttmann vuole un aumento di stipendio che il presidente dell'epoca non gli concede. Per tutta risposta Guttmann saluta tutti sbattendo la porta e lanciando la famosa maledizione: "Da qui a cento anni nessuna squadra portoghese sarà due volte Campione d'Europa, e senza di me il Benfica non vincerà mai più una Coppa dei Campioni". Bene, dal 1961 il Benfica ha raggiunto una finale internazionale otto volte, ed è sempre tornata a Lisbona con la medaglia d'argento al collo. Nel 1962-63 perde sia la Coppa Intercontinentale (contro il Santos di Pelè), sia la Coppa Campioni (2-1 per il Milan), sconfitta bissata nel 1964-65 contro la grande Inter di Herrera (1-0). Perde un'altra Coppa dei Campioni nel 1967-68, travolta 4-1 dal Manchester United, mentre nel 1982-83 perde la Coppa Uefa nella doppia sfida con l'Anderlecht. Nel 1987-88 e nel 1989-90 è ancora la Coppa dei Campioni a sfuggirgli di mano in finale, la prima volta contro il PSV ai calci di rigore, la seconda volta ancora per mano del Milan, castigata da Rijkaard. La sconfitta di ieri sera quindi è solo l'ultima della serie.
Si dice che prima della finale persa contro il Milan nel 1990, Eusebio sia andato sulla tomba di Guttmann per pregarlo di spezzare la maledizione. Non sembra però averlo convinto. L'unica cosa che può consolare i tifosi portoghesi è che, calendario alla mano, metà della maledizione se n'è andata. Dovranno aspettare "solo" altri 49 anni per vincere qualcosa.
 

15 maggio 2013

Lettera ad un partito mai nato

"L’ipotesi Chiamparino – come l’ipotesi Cuperlo – sono insomma in perfetta continuità con il passato delle scelte del PD: adottare le soluzioni che erano soluzioni ai problemi di quattro anni prima, e dimezzare i ritardi".
Lo scrive oggi Luca Sofri sul suo blog, ed è esattamente il mio pensiero.
Aggiungo un altro personaggio che manca all'appello. Quel Pierluigi Bersani che nel 2007, all'alba del Pd, sembrava poter essere un candidato spendibile per la segreteria. Disse di no, perchè "di ex Ds c'è già Veltroni" e l'apparato di allora (che è ancora quello di oggi) decise di sostenere compattamente il Walter nazionale salvo poi accoltellarlo il minuto dopo la sconfitta alle politiche (sconfitta con il Pd vicino al 34%, cose oggi inimmaginabili).
I guai iniziarono allora. Un partito mai nato perchè figlio di troppi padri. E' soprattutto per questo che, da allora, io e qualche altro sparuto peones decidemmo di fare altro. Di stare dentro per carità, ma di fare altri percorsi.  
Come ho già scritto altre volte, il problema del Pd non è politico, o culturale, o generazionale. Il problema vero è che la sua classe dirigente è logora, stanca, timorosa, non più al passo con i tempi. E in un momento storico in cui le divisioni in Italia non sono tra destra e sinistra ma tra chi vuole innovare e chi vuole mantenere lo status quo, la dirigenza del Pd ha scelto la seconda strada, mortificando la passione e la voglia di riscatto dei 3 milioni di pesone che han votato alle primarie e dei quasi 9 che hanno votato alle politiche.
A ottobre ci sarà il congresso. Sarà l'occasione per dare il giro al tavolo.
Io son fortunato, so già per chi votare. E' uno di quei peones di cui vi parlavo qualche riga sopra.    

14 maggio 2013

Follia pura

A Bergamo fanno gli auguri alla moglie di Goebbels.
A Macerata invece insultano e minacciano il ministro Kyenge.
La gente non sta bene.

10 maggio 2013

Un pezzo definitivo su Andreotti

Un pezzo che coglie l'essenza dell'uomo e del politico.
"...nessuno ricordi di lui una sola iniziativa politica memorabile, un progetto, una realizzazione, un cambiamento imposto al funzionamento di questo paese e alla sua cultura e civiltà, tranne i cascami della sua personalità e delle sue esaltazioni da parte dei media".
Lo scrive Luca Sofri sul suo blog.
A dire il vero una "politica" io me la ricordo, ma come sempre sta a metà tra la battuta e la chiacchiera da bar. Quando cioè disse di amare così tanto la Germania da volerne ancora due.
Una bestialità superata solo dal "era uno che se le andava a cercare" rivolto ad Ambrosoli.
Un grande statista, non c'è che dire.

9 maggio 2013

Tutto il pacco

Dopo la nomina dei ministri, in questi giorni sono state composte le varie commissioni parlamentari. Grande bagarre sui nomi, ovviamente. Perchè tra Formigoni all'agricoltura (lui, che ha cementificato mezza Lombardia e che è stato rinviato a giudizio l'altro ieri), Sacconi al lavoro, Cicchitto agli esteri, Vito alla difesa e LaRussa a non-mi-ricordo-cosa, i motivi per essere incazzati non son pochi.
Anche la nomina di Boccia (Pd) alla Commissione bilancio fa abbastanza ribrezzo, considerando che la bella moglie Nunzia De Girolamo (Pdl) è stata nominata dieci giorni fa Ministro delle Politiche Agricole. Carina anche la vicenda di Nitto Palma, con la sua elezione osteggiata da Pd, Sel e M5S che però non hanno trovato (manco l'han cercato...) un accordo su un nome diverso e si sono fatti infinocchiare da Pdl e Monti.
La cigliegina sulla torta è arrivata da Milano, dove Berlusconi non solo è stato condannato a 4 anni per il processo sui diritti Mediaset, ma è stato anche interdetto dai pubblici uffici.
Una situazione deprimente, surreale e anche indecorosa.
Perchè se è vero che il disastro elettorale del Pd e l'inconsistenza della sua classe dirigente sono sotto gli occhi di tutti, mi sembra altrettanto chiaro come questa situazione si sia venuta a creare anche per la spregiudicatezza con cui Pdl e M5S hanno affrontato questa fase così delicata della storia d'Italia. Mi fanno sorridere i censori e le anime belle che si stanno scatenando sul web. Gente che si straccia le vesti-2.0 gridando allo scandalo e alla vergogna. Gente che di fronte a questo scempio, "s'indigna e s'impegna poi getta la spugna con gran dignità". Giornalisti, politici dell'ultima ora, opinion maker. Tutte persone degnissime, che rivendicano il "not in my name" a fronte di una coscienza pulita, probabilmente perchè non è stata mai usata.
La politica non è un'esperienza personale. E' un grande momento collettivo.
Abbiamo pensato che fosse una cosa sporca per disonesti e intrallazzoni. Una roba di cui era meglio non occuparsi.
Abbiamo abbandonato gli spazi di confronto e di discussione, così oggi ognuno ha le proprie ragioni e non è disposto a discuterle con gli altri, che pensandola diversamente sono diventati automaticamente diversi e nemici.
Abbiamo lasciato spazio proprio agli intrallazzoni di cui sopra e a una nuova leva di dilettanti allo sbaraglio.
Con risultati che mi sembrano abbastanza evidenti.   
Perchè il problema non sono i nomi (o i nominati).
Il problema è che quando non c'è più spazio per la discussione e il dialogo, viene meno la politica.
E allora ti tieni quello che c'è. Non puoi più scegliere, ti prendi il pacco così com'è.
E sta volta è un pacco bello grosso.

7 maggio 2013

Altro che larghe intese

Non la voglio far lunga. Questa storia dell'Imu mi ha stufato. E anche parecchio.
Berlusconi vuole togliere una tassa che lui stesso ha introdotto dopo che, per recuperare due voti, aveva abolito l'Ici nel 2008, mandando in malora i bilanci comunali.
L'Imu vale 4 miliardi di euro, circa la metà delle famiglie italiane non lo paga per via delle detrazioni o perchè, banalmente, non possiede una casa, ma soprattutto, per via degli scaglioni in cui è stato strutturato, va a colpire soprattutto i redditi più alti (forse è per questo che sta tanto a cuore a mister B.?).
Siamo un Paese dove la tassazione reale è del 43%, dove oltre il 35% dei ragazzi tra i 18 e i 30 anni non lavora, dove si son persi, in cinque anni, 8 punti di Pil, dove sta finendo la cassa integrazione in deroga, dove il costo del lavoro è altissimo mentre quello legato alle speculazioni finanziarie bassissimo, dove l'evasione fiscale è una piaga talmente ampia che non si riesce quasi a quantificare, così come non si riescono a quantificare i debiti dello Stato nei confronti delle imprese.
E il problema vero è l'Imu? Ma per piacere...
Fa bene il Pd a tenere fermo il punto dicendo che si può studiare un aggiustamento della tassa ma non la sua abolizione. Rimane il fatto che queste intese, fortunatamente, sono molto più strette di quanto si possa credere e che sarebbe utile tornare a votare il prima possibile.

6 maggio 2013

Son stati giorni convulsi

Ma riprendendo un po' il filo della situazione devo dire che non mi sono perso granchè.
Morgando e Bragantini si sono dimessi, il primo dando la colpa alla mancanza di sedie nel nascente governissimo, la seconda concordando con Morgando e rincarando la dose contro noi di OccupyPd e Pallacorda.
Cioè, perdere le elezioni, migliaia di voti e anche un po' la faccia va bene, non ci si schioda. Perdere le sedie invece guai. Tutti a casa. Dando ovviamente la colpa ai contestatori.
Cacchio.Vi assicuro che io , Fabio, Matteo, Diego, Alessandra e gli altri non credevamo di poter essere così influenti. Con la nostra protesta abbiamo addirittura influito sulle scelte del governo! Accipicchia.
E dire che solo una settimana fa eravamo pronti a scendere a patti con il mondo intero.
A mio modestissimo parere, questi battibecchi e certe dichiarazioni non interessano a nessuno. E fanno male al Pd, o almeno a quel che ne resta.
Sarebbe il caso di smetterla e di iniziare a lavorare per il congresso, subito. Con serietà.
Perchè se il Pd è rimasto impantanato tra ex Ds ed ex Margherita, quello prossimo non può nascere con una guerra intestina tra giovani e vecchi.
L'unica divisione che io vedo in questo momento, ed è trasversale nel Pd e anche fuori dal Pd, è tra chi vuole cambiare questo Paese sul serio e chi invece vuole solo lisciare il pelo al gattopardo.