13 dicembre 2013

Cosa succede in città (una settimana coi forconi)

Questa settimana è stata surreale per i torinesi o per chi Torino la frequenta quotidianamente.
La mobilitazione di diverse categorie economiche e sociali, legittima e figlia di una crisi economica e politica di cui si stenta a vedere la fine, è degenerata in manifestazioni di violenza, intimidazione e squadrismo da parte di alcuni gruppi organizzati che hanno sfruttato questa occasione per gettare nel caos la città e sconvolgere la vita di migliaia di cittadini.
Insieme ad altri compagni del Pd, ci siamo stupiti nel non vedere da parte del nostro partito una presa di posizione netta contro questo stato di cose. Abbiamo perciò deciso di chiedere al presidente dell’assemblea provinciale, Alessandro Altamura, la convocazione di un’assemblea straordinaria e pubblica, dove poter discutere di quello che sta succedendo alla nostra città e di come riuscire a capire le ragioni di chi protesta e isolare e condannare i violenti. Per farlo abbiamo raccolto oltre sessanta firme di delegati in assemblea e altrettante di iscritti e militanti del Pd.
Nel frattempo, la situazione di violenza e di degenerazione più forte si è verificata a Nichelino, dove un gruppo di persone ha assediato il comune, tenendo letteralmente in ostaggio il sindaco Catizone e alcuni impiegati. La popolazione di Nichelino, dopo la bella iniziativa di martedì sera (i ragazzi sono usciti a pulire le strade inzozzate da questi vandali), ha deciso di convocare per questo pomeriggio, alle 18.30, una fiaccolata contro la violenza e contro la degenerazione della protesta.      
Ieri pomeriggio, come primo firmatario della richiesta di assemblea, mi sono sentito con il segretario Fabrizio Morri. Abbiamo concordato che l'iniziativa di Nichelino stava assumendo una dimensione che andava oltre i confini cittadini e che sarebbe stato importante esserci. Abbiamo perciò concordato di "aderire" alla marcia di Nichelino e Morri si è impegnato a far convocare l'assemblea entro la prossima settimana.
Durante questo colloquio ho chiesto espressamente a Morri di fare di tutto affinchè il Pd aderisse alla marcia di domani indetta dai sindacati contro il governo Cota, contro la crisi e contro le violenze che si sono manifestate in questi giorni. 
L'adesione è arrivata in serata. Non per merito mio eh, ma perchè è stato trovato un accordo. Diciamo che era un'esigenza diffusa, quella di scendere in piazza tutti insieme.       
Perchè vi ho raccontato questa storia?
Perchè lo devo alle persone che abbiamo contattato in questi giorni e che hanno condiviso con me e altri questa iniziativa.
Perchè "l'immobilismo del Pd" tanto strombazzato dai giornali è una triste realtà, ma non deve essere confuso con l'ignavia.
Ci siamo trovati di fronte ad una protesta che è nata in un modo ed è finita in un altro. Abbiamo sperimentato come le forze dell'ordine non fossero preparate ad affrontare una situazione del genere (e vorrei ancora capire perchè...). Non abbiamo capito quello che stava succedendo. Non lunedì però, ma nelle settimane precedenti, quando la protesta si stava organizzando.
La cosa che mi lascia più perplesso è che sembra del tutto evidente come in questa città e nei territori che gravitano intorno a Torino, pare non esserci più una rete di rapporti tra istituzioni, partiti, sindacati, associazioni, ecc. Ci si muove in ordine sparso, senza un coordinamento organizzativo e senza neanche avere le idee chiare su cosa sta succedendo.
Estremizzo: alcuni difendono i forconi a spada tratta mentre altri dicono che son solo fascisti.
E poi le iniziative. Mercoledì sera gli autoconvocati sotto il Comune, ieri la CGIL ha affittato una mongolfiera (non sto scherzando) con uno striscione "meno tasse, più lavoro", stamattina c'è un presidio dell'ANPI, oggi pomeriggio la fiaccolata a Nichelino, domani la manifestazione dei sindacati. Tutte cose fatte per bene ed importanti, ma slegate tra di loro.
In questo caos, il Pd ha fatto un po' il pesce in barile, un po' è stato tirato per la giacca da una parte e dall'altra, un po' si è mosso senza però prendere posizioni nette.
Spero che, finito tutto questo casino, ci si renda conto che o si ricomincia a parlarsi, o siamo panati.  Parlare con chi manifesta onestamente e ha tutte le ragioni per farlo, parlare con chi, associazioni e sindacati, ha ancora un ruolo di rappresentanza, parlare con chi, semplicemente, ha ancora voglia di occuparsi della cosa pubblica e, soprattutto, del futuro del nostro territorio e della nostra società.
 
 
 
  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
        

 
   


Nessun commento:

Posta un commento