16 dicembre 2013

Ieri, all'assemblea nazionale del Pd

C'era davvero un bel clima. Prima di registrarmi ho salutato tantissimi amici e persone che non vedevo da tempo. Ho abbracciato Filippo Taddei e Francesco Nicodemo, freschi freschi di nomina in segreteria nazionale. Le nostre speranze camminano anche sulle loro gambe.
Tante facce nuove (tra cui la mia), tanti miei coetanei e mie coetanee. Tutti sorridenti, tutti contenti di essere lì, a rimettere in marcia questo caspita di partito a cui, alla fine, vogliamo bene.
Un'immagine su tutte. A inseguire D'Alema, Franceschini and co. per i corridoi c'erano solo i giornalisti. Che è un po' triste, perchè è più facile strappar via una battuta a baffino che non scrivere un pezzo dove si prova a descrivere il Pd che cambia, però è anche consolante. I militanti, gli iscritti, i delegati erano da un'altra parte. Abbiamo voltato pagina.
Han parlato i due padroni di casa, il segretario cittadino di Milano e quello lombardo. Poi è toccato a Letta, che è riuscito a strappare due applausi solo quando ha detto "siamo un'altra cosa rispetto a Casa Pound". Mi è piaciuto molto Epifani, che chiudendo il suo intervento ha passato idealmente il testimone dalla sua alla nostra generazione, chiedendo "al nuovo gruppo dirigente che inizia oggi a guidare il Pd" coraggio e iniziativa.
Davide Zoggia ha poi letto i risultati del congresso e ha proclamato eletto Matteo Renzi, il cui discorso ha emozionato molto renziani e giornalisti, un po' meno me. Tanto show all'inizio, tante "Francesca, Letizia, Fatima, ecc" che non si sa bene chi siano. Un discorso forse pensato più per chi stava a casa che non per chi era in sala. Non mi ha convinto il passaggio "siamo in un governo di coalizione perchè non c'è più Berlusconi" e non ho capito bene quando dovrebbe durare questo governo, se 15 mesi, un anno o se dopo le europee si può andare a votare.
Bene invece il passaggio sul lavoro, bene, anche se avrei voluto più coraggio, quello sui diritti. In assoluto, era dai tempi di Veltroni che un segretario del Pd non dettava un'agenda politica ad un governo, e questo è certamente un passo in avanti.
Staremo a vedere. Il dato più positivo resta quella carica di entusiasmo che ho visto nei tanti volti con cui ho incrociato lo sguardo.
Questa comunità politica ha un'energia, una capacità di rinnovarsi e di ripartire che è incredibile. 

2 commenti:

  1. finalmente un ricambio generazionale

    e basta con quei vecchiacci che parlavano solo di politica
    ed erano pure di sinistra

    tutti a far festa che una poltrona l'abbiamo conquistata!!!!!!

    viva il nuovo pd liberale, il calcio e la fica

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  2. a proposito di rinnovamento, il circolo di Forza Italia che Renzi aprì a Firenze con Gori a inizio anni '90 è ancora aperto?

    passate qualche volta a trovare gli amici?

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