23 gennaio 2014

Rassegna Stampa - legge elettorale

Oggi LaValsusa pubblica un pezzo sulla legge elettorale, raccogliendo un po' di spunti e riflessioni. Bruno Andolfatto ha chiesto anche a me un pensiero su questa proposta di legge, pubblicandone una parte per motivi di spazio. Vi metto qui sotto la mail che gli ho inviato ieri sera, dove sono stato un po' più sbrodolone.
Due cose, una di metodo e l'altra di merito.
Metodo: tutti d'accordo che la legge elettorale fa schifo e va cambiata? Sì. Ecco, le cose si cambiano, "cambiandole" e in Parlamento lo si fa con chi ci sta. Durante l'assemblea nazionale del 15-12 (io c'ero..) Renzi ha teso la mano a Grillo, dicendogli #beppefirmaqui, facciamo un patto per legge elettorale, costi della politica, riforme, ecc.
Risposte? Zero.
Allora ha incontrato il leader decaduto al Senato ma purtroppo non tra li italiani (basta guardare i sondaggi e basta vedere che ha preso 6 milioni di voti a febbraio) del terzo gruppo parlamentare più numeroso. Che doveva fare? L'alternativa è tenersi il porcellum, che oltre ad essere una pessima legge è pure incostituzionale.
Ha sbagliato in una cosa renzi: dire quel "profonda sintonia" che ha nascosto tutto il dibattito.
Ha però fatto una cosa furba: si è scelto nn l'interlocutore, ma l'avversario. Quello più debole. Polarizzando la comunicazione su loro due.   
Merito: la proposta di legge non mi convince al 100%. il premio di maggioranza mi sembra molto alto, il fatto che ci siano le coalizioni ma che se nessuno raggiunge il 35% al primo turno si va al ballottaggio esprimerebbe un Parlamento con tre sole forze politiche, lasciando fuori i rappresentanti di una fetta consistente di elettorato, la mancanza delle preferenze (che nn sono la panacea di tutti i mali. Fiorito è stato eletto con le preferenze, la quasi totalità dei consiglieri del cdx indagati in Regione anche...) in un momento così delicato per il nostro Paese rischia di allontanare ancora di più i cittadini dalla politica.
Detto questo, mi sento di sostenere il percorso che ha iniziato Renzi, che ci sta provando a dare una scossa al Pd e a questo Paese. Mi rendo però conto che la sua forza e la sua popolarità deriva anche dal nulla che c'è stato prima di lui.
Il percorso quindi sarà lungo, pieno di ostacoli (in commissione sarà un casino) ma se non lo si inizia mai resteremmo bloccati in questa situazione di stallo che è pericolosa per la nostra stessa democrazia.
La storia ci insegna che le democrazie vanno in crisi quando non decidono, cosa che in Italia sta capitando da troppo tempo.
Di populismi ne abbiamo già anche troppi, sarebbe il caso di andare oltre.  
 

 
 
 
 

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