3 giugno 2013

L'omofobia é arrivata a Condove

Sabato sera, durante le manifestazioni organizzate a Condove per commemorare la festa della Repubblica, il vicesindaco ha preso parola per un breve discorso ufficiale. Così come aveva già fatto durante l’orazione ufficiale del 25 aprile, quando aveva detto che anche i partigiani hanno commesso dei crimini durante la guerra di Resistenza, anche in quest’occasione il vicesindaco ha voluto dare una sua personale interpretazione su un tema molto attuale come i riconoscimenti dei diritti per gli omosessuali, chiedendosi “come può una società progredire se si nega un principio naturale, come il fatto che il matrimonio si fonda sull'unione tra uomo e donna?”.
L’articolo 29 della Costituzione, fondamento della Repubblica che abbiamo festeggiato proprio ieri, cita testualmente: “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”, non limitando espressamente l’istituto del matrimonio a persone di sesso diverso. Una disposizione neutra, scritta in anni lontani da quelli che viviamo e in un contesto sociale profondamente diverso. Una frase che tiene aperta la porta dell’inclusione e della piena cittadinanza per tutti gli italiani quale che sia il loro l’orientamento sessuale. Interpretare in senso diverso questo articolo della costituzione vuol dire attribuire un valore morale (e quindi oggettivo) alla parola “naturale”. Un’accezione moralistica della legge che è stata superata con la Rivoluzione francese.
C’è però un altro fattore, molto più importante, che riguarda la dignità calpestata, i diritti negati e una cittadinanza non compiuta. Sentimenti che accompagnano ogni giorno milioni di omosessuali italiani. Mentre nel resto del mondo, seppur tra difficoltà e resistenze, i diritti degli omosessuali vengono riconosciuti e ratificati dai Parlamenti (gli ultimi, in ordine cronologico, a istituire i matrimoni gay sono stati l’Uruguay e la Francia), qui in Italia ci sono rappresentanti delle istituzioni che lavorano per una società più chiusa, divisa, con cittadini di serie A e di serie B. Politici o, come in questo caso, amministratori locali che credono di “far progredire” la nostra società limitando il diritto alla felicità e all’autodeterminazione di milioni di persone che dovrebbero rappresentare. Un atteggiamento che in questi anni ha creato un clima da caccia alle streghe nei confronti degli omosessuali, che trovano spazio sui media nazionali solo dopo episodi di violenza o intimidazione nei loro confronti.
Come può uno Stato lasciare indietro un pezzo di sé, non preoccuparsi che una parte della società del presente e del futuro non riesce a sentirsi cittadino a tutti gli effetti? Come è possibile trattare questo argomento con tale superficialità e sufficienza, mettendo davanti a tutto la propria morale e le proprie convinzioni etiche, manco vivessimo ancora nell’Italia feudale dell’alto Medioevo? Come può la politica italiana continuare a far finta di niente, limitandosi a dichiarazioni di facciata? 
Le dichiarazioni del vicesindaco poi, stridono profondamente con la storia civica di Condove. Una comunità che ha dato tanto alla guerra di Resistenza e che é stata in prima linea in battaglie importanti come la lotta agli armamenti o il riconoscimento dell'obiezione di coscienza. Una comunità aperta al prossimo senza nessuna preclusione, convita che le diversità rappresentano sempre una risorsa importante e non un ostacolo.
Il mio vicesindaco si chiede come può una società progredire se riconosce i matrimoni gay. Io, che di questa società faccio parte, mi chiedo invece dove crediamo di andare se impediamo alle persone di amarsi.  

12 commenti:

  1. Bravo Jacopo.
    Bisogna sradicare questa convinzione assurda che l'estensione dei diritti a chi ne è privo possa risultare in una limitazione di chi i diritti li possiede già.

    RispondiElimina
  2. grazie per aver riportato questo fatto. davide

    RispondiElimina
  3. Non ti pare di essere un po' melodrammatico? "Impediamo alle persone di amarsi"
    E poi state solo rosicando perché se anziché andare in lista con la Lanfranco ti fossi messo con Veggio forse il discorso retorico l'avresti fatto tu

    RispondiElimina
    Risposte
    1. anonimo veneziano ?
      :)
      paura del diverso, paura del possibile, paura che il diverso sia anche lui possibile.

      Elimina
    2. Riccardo Iannarelli3 giugno 2013 alle ore 20:23

      Sono d'accordo. Io avrei concluso con: "Il mio vicesindaco si chiede come può una società progredire se riconosce i matrimoni gay. Io, invece, mi chiedo come possa progredire se non li riconosce".

      Elimina
  4. ottimo commento.
    nel merito, soprattutto.
    no, non sono melodrammatico.
    no, non sto rosicando. fortunatamente non vivo per fare il consigliere. ho tante altre cose che mi danno soddisfazione nella vita.
    no, non è un problema di "liste", ma di idee, che fortunatamente hanno un respiro un po' più ampio delle beghe condovesi.
    p.s. firmati la prossima volta, che l'anonimato non è mai una bella cosa.

    RispondiElimina
  5. Caro Jacopo,
    a proposito di Rivoluzione Francese... se fosse istituito il reato di omofobia tu saresti uno dei tanti che tenterebbe di mandare in galera più gente possibile solo perchè non la pensa come te; la cosa non mi stupisce è tipica della sinistra - un po' No Tav - da cui provieni.

    Ghigliottina per tutti.

    Ti ricordo anche del 18 brumaio... fate pure la rivoluzione.

    Non mi stupisce nemmeno come viene presentata la notizia, l'omofobia è preceduta naturalmente dall'affermazione del Vicesindaco che cita i crimini DOCUMENTATI commessi dai partigiani.

    E' la guerra, tutti commettono crimini, non ci stupiamo, non erano dei santi, erano uomini anche loro.

    Veniamo al punto della questione. I matrimoni gay.

    Non starò qui a discutere i motivi antropologici nonchè scientifici del fatto che sia naturale un'unico tipo di famiglia se non altro per la prosecuzione della specie; detto ciò, condivido che due persone che vivono insieme perchè si amano debbano essere tutelate.

    Tutelate sì, ma non considerate famiglia nè unite tramite matrimonio.

    Dopodichè, se ne potrebbe discutere...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Diego, ma a te cosa viene in tasca o cosa viene meno se le unioni gay vengono considerate una famiglia?

      Elimina
    2. Diego, leggendo il tuo commento si vede quanto poco mi conosci e quanto sei ideologizzato. Ma quale ghigliottina e galera! Ma quando? Ma da che pulpito dai giudizi personali?
      Io sicuramente mi sento di sinistra, anche se "nn provengo" da quello storia. Sono stato impegnato nell'associazionismo cattolico per quasi 15 anni, guarda un po'. Ed é proprio in quel l'ambiente che ho imparato la tolleranza e il rispetto verso il prossimo, cose che mi sembrano sempre meno presenti nel dibattito politico.
      Per non uscire dal seminato, ti consiglio di leggere cosa pensa dei matrimoni gay David Cameron, uno che nn mi risulta essere di sinistra bensì un fiero conservatore. http://www.ilpost.it/2012/07/27/il-discorso-di-cameron-sui-matrimoni-gay/
      Nel resto del mondo la politica accompagna e dà cittadinanza ai cambiamenti della società, qui da noi facciamo finta di vivere su Marte. Rassicurante per qualcuno, ma assolutamente fuori dal tempo.

      P.s. Per questa vicenda te la sei presa tu che emiliano...fatti conto.

      Elimina
    3. Beh sai Jacopo... sugli ambienti "cattolici" presenti in Val Susa avrei un paio di cosine da dire..

      I giudizi non sono personali ma provengono dai titoli sensazionalistici e dal tuo modo di scrivere, niente di personale, ci mancherebbe.

      Vorrei però anche ricordarti che il capo della chiesa inglese è la Regina, in Italia, per fortuna, le cose sono leggermente diverse...

      Il tentativo che ripeto, una certa sinistra sta tentando di attuare, non è circa il conferimento di diritti agli omosessuali, bensì è mirato allo smantellamento della società e dei valori su cui essa si regge.

      Hai fatto parte per quindici anni di un'associazione cattolica, mai sentito parlare dei cosiddetti "principi non negoziabili" ?

      Anche se - ti faccio notare - nel mio commento, la religione non era stata citata; mi sembra quasi che tu la utilizzi per giustificare una certa "tolleranza" di cui io non ho fatto menzione.

      D'altronde ci insegnano che tutti gli uomini sono uguali davanti a Dio.

      Elimina
  6. 1) nn so quali ambienti frequenti o hai frequentato tu, ma l'agesci mi sembra un'associazione sana. forse una delle ultime "scuole di formazione" per i ragazzi.
    2) "l'omofobia è arrivata a Condove" è un titolo sensazionalistico?
    3) la regina, la chiesa inglese...bho? cameron cosa c'entra?
    4) conosco tanti valori sui quali si basa la società in cui viviamo. i più imporanti sono la libertà e l'uguaglianza. principi non negoziabili appunto. e in italia ci sono persone che sono meno libere e meno uguali di altre.
    5) non uso la religione per gistificare nulla (quello c'è già un sacco di gente che lo fa), ma sono abituto a dire le cose come stanno. perchè so bene che le dichiarazioni del mio vicesindaco sono dettate da convizioni personali, figlie di una formazione clericale conservatrice. e visto che quando ha detto quelle cose aveva la fascia tricolore, parlava anche a nome di chi non la pensa come lui. la prossima volta magari può pensarci due volte prima di fare certe uscite. il fatto che anche il sindaco di Caprie si sia leggermente arrabbiato la dice lunga.
    6) che tutti gli uomini sono uguali davanti a Dio me lo auguro sul serio, visto che in terra non è sempre così.

    RispondiElimina