12 aprile 2013

#resetPD

Ho aderito molto volentieri a questo bel documento scritto da alcuni amici del Pd, che chiede al nostro partito un bel #reset non solo dei vertici, ma soprattutto dei modi di fare politica.
Una battaglia, quella del rinnovamento della politica, che sapete quanto mi sta a cuore e che nel mio piccolo provo a portare avanti da tre anni abbondanti.
Devo dire che dal 25 febbraio scorso tanti amici mi hanno, e dopo il successo dell'iniziativa di via Cecchi, ho potuto confrontarmi con tantissimi amici che, come me, hanno voglia di dire basta.  
Basta tatticismi, basta divisioni, basta coi bersaniani, i renziani, i civatiani, i vendoliani e altre entità non meglio definite, basta con le correnti ce abbiamo scoperto essere degli spifferi.
Apertura totale verso il nostro elettorato, trasparenza, ascolto, elaborazione comune.
Facciamo F5 sul Pd e ripartiamo.
C'è una generazione (e un Paese) da salvare.

Istruzioni d'uso: E' un documento aperto a tutti i contributi e alle adesioni, anche fuori dal Pd piemontese. Vogliamo sfruttare l'intelligenza collettiva per migliorarlo e arricchirlo.
Su http://puntozero.ideascale.com è possibile proporre integrazioni e modifiche.
Chiunque può farlo circolare e raccogliere adesioni.

Il risultato delle ultime elezioni ci ha riportato duramente alla realtà.
Siamo al punto zero del Pd.
Per noi, da oggi, comincia la fase congressuale, una fase di ripensamento globale. Di ascolto e apertura ai bisogni e alle aspettative dei cittadini.
Pensiamo che il Pd debba ripartire da alcune questioni di metodo fondamentali, dei pilastri su cui appoggiare la propria ricostruzione.
Per innescare questo processo di rinnovamento è necessaria una scossa positiva.
Chi non è stato in grado di leggere la modernità e di interpretare la società deve avere la consapevolezza di aver fallito il proprio mandato.
A loro va tutto il nostro ringraziamento per quanto fatto fino a oggi. Ma adesso abbiamo bisogno di altro.
Per questo vogliamo riunire tutte le persone che abbiano il coraggio di riprendersi il Pd, al di là delle differenze culturali, dei percorsi fatti e quelli futuri.
Trasparenza. Il Pd deve essere trasparente come un acquario.
I cittadini non capiscono in quali luoghi e secondo quale percorso vengano scelti dirigenti ed eletti.
Tutte le candidature interne ed esterne devono essere aperte e trasparenti, con continui momenti di verifica con i cittadini, con il coinvolgimento delle reti sociali e delle galassie a noi vicine, valorizzando le competenze.
E’ indispensabile la scelta di un profilo trasparente nella gestione del partito e delle sue risorse.
Collaborazione. Nel modello cosiddetto “open”, le istituzioni e la politica sono soggetti inseriti all’interno di una rete collaborativa, composta da enti pubblici, organizzazioni no-profit e comunità di cittadini.
Tutti i livelli di direzione e di rappresentanza devono essere contendibili in maniera aperta. “Caminetti”, quote di tesseramento controllato o l’appartenenza a un gruppo sono un modello passato e fallimentare che va archiviato.
Noi vogliamo un modello diverso. Un partito in cui tutte le scelte devono essere fatte davanti a chi dedica il suo tempo ed il suo lavoro o che almeno sente una forte affiliazione al partito, come avviene ad esempio nel Labour.
Ma affinché questo modello funzioni ci devono essere veri iscritti. Iscrizione online, pagamento non in contanti e centralizzato, invio postale: le possibili innovazioni sono a portata di mano, basta volgere lo sguardo ai sistemi di tesseramento dei grandi partiti europei.
L’intelligenza collettiva e la collaborazione tra istituzioni e cittadini nei processi decisionali rappresentano uno dei nodi centrali della politica del futuro.
Crediamo sia il tempo di coinvolgere nelle decisioni e nell’elaborazione politica tutti i settori della società che per troppo tempo abbiamo, per paura, tenuto fuori dalla porta.
Partecipazione. La partecipazione è la volontà di determinare insieme ad altri l'indirizzo della vita associata, che non si esaurisce nella cabina elettorale, ma è un momento di più complessivo e radicato interesse alla politica.
In una democrazia moderna 'partecipazione' indica l'esistenza di una società civile ricca e pluralistica, mobile e informata, che ha a che fare con partiti e comitati, con associazioni, appelli e manifestazioni. È necessaria una discussione sempre attiva e attivabile in spazi fisici e virtuali, che entri sistematicamente nelle pratiche di confronto del partito, e che dal partito stesso sia vista come una risorsa importante per acquisire proposte, idee, esigenze. Una piazza permanente di istanze di cui tener conto e a cui rispondere, oltre che come luogo sempre aperto di consultazione tra tutti i soggetti.
La rete, fisica e virtuale. Oggi si può essere allo stesso tempo militante, attivista civico, influencer in Rete. I circoli devono essere spazi di socializzazione fisica e virtuale costanti. Apriamoli, oppure identifichiamo nuovi luoghi, anche in numero inferiore. Mettiamo la connessione libera, mettiamoci dei bar, rendiamoli luoghi di una socializzazione straordinaria.
Facciamo confluire energie fresche e dinamiche anche senza che la tessera e la partecipazione a direttivi rappresentino elemento discriminante e siano l’unica via di accesso alla vita del partito. E’ l’idea degli spazi di contaminazione, che nascono come un luogo fisico e una piattaforma digitale in grado di promuovere la formazione e l’incontro fra i partecipanti, dove si possano incontrare gli studenti con le associazioni, il docente universitario con il pensionato, il parlamentare con il designer
Siamo al punto zero. È necessario un #reset.

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