14 novembre 2012

A proposito di Pantheon

Lunedì sera c'è stato l'attesissimo dibattito tra i candidati alle primarie del centrosinistra.
Lo ammetto: non l'ho visto.
Avevo già in calendario una riunione per organizzarle, le primarie, e non potevo proprio mancare.
Avrei però voluto capire cosa avevano detto i "fantastici 5" (sorvoliamo...), sicuro del fatto che sul web non sarebbero mancate analisi, commenti, dibattiti.
Son passati due giorni e, a parte le pagelle sulla camicia, sul linguaggio o sull'appeal davanti alla telecamera, di cosa han detto Bersani e compagni non c'è traccia o quasi.
Si, qualche schermaglia sui diritti civili, due righe sulla riforma del lavoro e sulle tasse, ma niente di più.
L'unica cosa che è rimasta, a ormai quasi due giorni di distanza, è questa storia del Pantheon, ripresa anche oggi su LaStampa sia da Gramellini, sia da Jena.
Polemiche a non finire, anche sul web.
Gente che dice di non voler più votare Vendola o Bersani perchè han citato un Papa e un Cardinale e non citato questo o quel leader politico, questo o quel sindacalista, questo o quel giornalista, ecc, ecc.
Insomma, di un dibattito organizzato per parlare del futuro sta rimanendo solo una discussione sterile su una "tomba ideologica" troppo vuota (o troppo piena, dipende dai punti di vista).
Capisco l'importanza delle "radici profonde", che sono da curare e da preservare, ma vorrei che ci si occupasse anche dei rami, che son poi quelli più importanti per crescere e andare avanti.
Io i morti li lasceri riposare dove sono. Hanno già dato.
Ora tocca ai vivi, a chi deve ancora giocarsi le sue carte, a chi ha voglia di scrivere una storia nuova.
Invece di parlare di papi, di segretari, di chennesoio, avrei voluto sentir parlare delle amiche di Altea, la scout travolta da un pirata della strada, che continueranno a "cercare di rendere il mondo un po' migliore di come l'han trovato" nonostante la tragedia che le ha colpite, o dei tanti ragazzi che se ne stanno andando a cercar fortuna all'estero, protagonisti di un nuova emigrazione silenziosa stile inizio '900, o dei volontari della Protezione Civile impegnati in Emilia.
Altro che sepolcri! Luoghi e persone piene di energie.
I protagonisti di quella riscossa e di quella voglia di futuro che vogliamo, e dobbiamo, costruire insieme.
Un mio amico un giorno mi ha detto che l'essenza della tradizione è l'innovazione. Perchè l'innovazione serve a tramandare il fuoco e non a venerare le ceneri.
Non dimentichiamocelo mai.



  

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