21 novembre 2012

Io ci provo. Voto Matteo Renzi

L'altro giorno Suzukimaruti ha scritto questo lungo post per motivare il suo sostegno a Matteo Renzi.
Mentre lo leggevo, non solo mi sono meravigliato nel constatare quanto le sue motivazioni fossero anche le mie, ma mi sono accorto che qualcosa non andava.
Non nel post. Non stavo bene io. Mi sentivo la testa pesante e le gambe leggere. Non scherzo.
Più leggevo e più questa sensazione prendeva piede.
Arrivato alla fine, quasi spaventato, ho capito.

Mi son reso conto che, dopo oltre due anni passati a far riunioni, iniziative, volantinaggi, raccolte firme, discussioni su Facebook e in giro per il nord Italia, ribadendo continuamente la necessità di un cambio di passo (e anche di facce), ora la possibilità che tutto questo accada sul serio è reale, vicina, possibile. E come tutte le novità, un po' spaventa.
Come quando uno se ne va di casa. Passa mesi a dire che non vede l'ora, che sarà una figata, che finalmente sarà indipendente, che non ne può più degli orari fissi per la cena, ecc, ecc. Poi però quando si preparano le valige, un piccolo senso di smarrimento e di timore c'è sempre.

In questa lunga campagna elettorale per le primarie sono stato molto defilato (anche troppo, mi ha detto qualcuno). L'ho fatto per diversi motivi. Alcuni personali, altri politici. Non mi è piaciuto il tono che ha preso la vicenda, né il clima da guerra per bande che è stato messo in piedi dai sostenitori (che ogni tanto mi sembrano dei tifosi) di questo o di quel candidato. Le primarie non si fanno "contro" qualcuno, ma "per" qualcuno. E quel qualcuno sono i cittadini. Siamo noi. Questo elemento spesso si dimentica, passa in cavalleria, schiacciato da quell'anima da ultras tutta italiana di cui non riusciamo proprio a fare a meno. E visto che la priorità è la partecipazione, ho preferito spendermi affinchè alle primarie venga a votare più gente possibile, perchè quello rimane l'obiettivo primario.

Sono stato combattuto, molto, anche se il mio percorso personale e politico parla abbastanza chiaro.
Alla fine ho ceduto a me stesso, e domenica voterò per Matteo Renzi.

Lo farò per le stesse ragioni di Suzukimaruti (che poi si chiama Enrico Sola).
Perchè anche io mi considero di sinistra, anche io credo che Bersani sia una bravissima persona ed un ottimo politico, ma anche io credo contemporaneamente che il tempo della normale amministrazione sia finito e che all'Italia e al Pd serva una scossa decisa.
Perchè i nodi che legano il mercato del lavoro nel nostro Paese non posso più restare lì, senza che nessuno si occupi di scioglierli, pensando che si possa affrontare un tema così delicato, che investe tanti altri ambiti, dalla meritocrazia all'accesso al credito (giusto per far due esempi...) partendo dal presupposto che si debba trovare un accordo tra visioni del mondo contrastanti.
Perchè voglio bene al Pd, lo considero una comunità di persone e di valori importante per la mia vita e per la mia crescita personale, ma credo anche che il Pd per cui m'impegno ogni giorno non può essere quello troppo spesso timido, confuso o alla perenne ricerca di un accordo con se stesso su quasi tutto e neanche quello dei militanti che s'insultano su Facebook come sto tristemente assistendo in questi giorni. Ricordo a tutti che dopo domenica non finisce il mondo, anzi. Ci sarà una strada da percorrere insieme, che sarebbe il caso non disseminare di mine.
Perchè mi considero una persona di sinistra.
Sono affezionato all'idea di una sinistra autentica, intensa, aperta, coinvolgente, trasparente, che sappia parlare non solo ai soliti noti, ma soprattutto ai tanti ignoti.
Sono affezionato soprattutto all'idea di una sinistra coraggiosa, rivolta al futuro, capace di scelte forse scomode ma certamente utili. Una forza progressista vera. Che la smetta di venerare ossessivamente gli occupanti dei Pantheon e inizi a prendersi cura (take care, che bell'espressione...) di chi frequenta le scuole e le università.
Una sinistra che ami così tanto il cambiamento da essere disposta a cambiare anche se stessa.
Senza gattopardismi. Sul serio, non per finta.
Senza tante illusioni, se c'è uno che ha almeno una mezza possibilità di fare tutte le cose che ho scritto qui sopra è Matteo Renzi.

Occhio eh. Renzi non è il salvatore della patria. Ha tanti limiti e alcune delle cose che dice (vedi diritti per le coppie gay) le condivido poco. Così come condivido poco, e ne avevo già scritto, questo suo eccesso di protagonismo, esasperato dalla campagna elettorale, ma che è ben presente in tutta la sua storia politica. Guidare un paese non lo si fa da soli, lo si fa insieme.
Ci sono ancora in pista i sei referendum per il Pd, a cui nessuno dei candidati, Renzi compreso, ha dato delle risposte chiare e definitive.
E ci sono ancora le primarie per scegliere i parlamentari, che in questo casino sarebbero un vero e proprio toccasana.
Chi mi conosce sa che avrei preferito di gran lunga una sorta di patto generazionale, un movimento come quello che si era messo in moto alla Leopolda a cui ho partecipato, ormai due anni fa.
Al fianco di Matteo avrei voluto vedere per esempio Pippo Civati, giusto per fare un nome, che sarò invece felicissimo e convintissimo di sostenere al congresso del 2013. 

Tornare indietro però non si può.
E allora che fare?
Prendo atto di tutto questo e vado avanti, perchè domenica si vota, e come mi ha detto scherzosamente una mia amica, quel senso di smarrimento era una vertigine, che come dice Jovanotti "non è paura di cadere, ma voglia di volare".








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