30 settembre 2012

La domenica delle Salme

Oggi Repubblica pubblica un pezzo di Scalfari che la dice lunga sul clima che stiamo vivendo.
In sostanza, Bersani (mai citato) bravo ma meglio Monti
Monti bravo ma meglio che non si candidi, così può diventare premier dopo, magari sostenuto dell'ennesima grosse-koalition.
Renzi invece è un pirla e se vince le primarie non votate il centrosinistra.

Quest'ultima dichiarazione è la più affascinante.
In sostanza, il grande pensatore di Repubblica dice che il più grande guaio per il centrosinistra e per l'Italia sarebbe che Renzi diventasse il candidato premier. Molto meglio affidarsi a chi è in Parlamento almeno dal 1996 e che passerà alla storia per aver mandato a casa Prodi due volte, o meglio ancora a chi viene da quel mondo economico-finanziario che è stato il fautore di questa crisi.
Insomma, va bene tutto, basta che Renzi non oltrepassi l'Arno.

Come ho già scritto, il problema del nostro paese non è solo la mala politica, ma anche la mala economia, la mala finanza e soprattutto la mala informazione, che da anni ormai ha deciso di mettere in disparte il principio di indipendenza, diventando soggetto in grado di influenzare scelte e situazioni.
Sorvolando sulle questioni politiche specifiche che Scalfari solleva, e su cui avrei molto da dire, il problema più grande è che certi articoli dimostrano che ormai siamo diventati (o forse lo siamo sempre stati...) un paese conservatore, restio ai cambiamenti veri, che se ne infischia del futuro, attaccato com'è ai privliegi del presente.
Dal consigliere regionale che fa le feste vestito da maiale al commerciante che non fa lo scontrino per arrivare al lavoratore dipendete, preoccupato di difendere i suoi diritti dimenticandosi i doveri.
Si invoca il cambiamento sperando che non arrivi mai.
Come in "La domenica delle Salme" di De Andrè, in cui "il ministro dei temporali in un tripudio di tromboni, auspicava democrazia con la tovaglia sulle mani e le mani sui coglioni". Siamo tutti così.
A me Renzi non dispiace, ma non posso non rimproverargli il fatto che aveva il dovere di costruire un progetto di più ampio respiro, coinvolgendo tutti quelli che hanno a cuore il futuro dell'Italia. Ha preferito la corsa solitaria, relegando i suoi supporter al ruolo di comprimari, e secondo me questo è un grave errore.
Proprio per questo non so ancora bene cosa votare alle primarie, e mi auguro che maturi una candidatura "terza".
Occhio però. Se il clima continuerà ad essere questo, con la "vecchia guardia" impegnata in un'opera trasversale di autoconservazione, non avrò dubbi sul da farsi.
E mi sembra di non essere il solo a pensarla così.


      

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