23 luglio 2012

Scarpe rotte eppur bisogna andar

La prima volta che ho incontrato Pippo Civati era il 2009. Girovagando in una libreria ho visto e sfogliato il suo libro "Nostalgia del futuro". Sulla quarta di copertina c'era scritto "Il Partito democratico non è partito, e finora non è nemmeno stato molto democratico". Subito mi è venuto da ridere. Poi però il secondo dopo mi sono accorto che aveva ragione, e che non c'era da stare molto allegri.
Son passati tre anni da quel giorno in libreria. Pippo ho avuto modo di conoscerlo "di persona personalmente" e di farci insieme diverse iniziative molto belle e interessanti. La frase sulla quarta di copertina però continua a rimanere lì, e quello che è successo la settimana scorsa in Assemblea Nazionale lo dimostra. Sembriamo una nave rimasta senza carburante, che rallenta pian piano, sempre meno in grado di controllare la sua rotta e sempre più in balia delle onde...o delle correnti.
Rimane anche quella nostalgia di un futuro indefinito che sembra non arrivare mai, ma che, e basta guardarsi intorno, è già un solidissimo presente in tanti paesi del mondo.
Una sorta di “preclusione” a guardare avanti parecchio deprimente.
Capita però di passare due giorni ai piedi delle colline reggiane a discutere su come fare a rimettersi in marcia. Da dove partire soprattutto.
Dalla legalità innanzitutto, perché un paese dove il 95% della popolazione (son dati veri eh…) crede che le istituzioni siano corrotte deve fare qualcosa, e anche alla svelta.
Da una ridistribuzione della ricchezza e da un giro di vite su chi evade le tasse o si imbosca i soldi in Svizzera. Prendendo esempio dalla Serbia magari, (si, si, dalla Serbia…) dove si pagano meno tasse che da noi ma ogni transazione viene registrata e monitorata.
Dalla tutela dell’ambiente, iniziando a investire su una raccolta dei rifiuti virtuosa che trasforma ciò che buttiamo in materiali da riutilizzare (vedi Cina e Brasile) e su una mobilità sostenibile ma soprattutto intelligente.
E poi il lavoro dei ricercatori universitari sottopagati ma anche degli artigiani e degli imprenditori strangolati dalle tasse e da una concorrenza non solo feroce, ma spesso anche sleale o illegale.
Ma anche la cultura e la bellezza, due fiori all’occhiello della nostra Italia mai valorizzati a sufficienza.  
Tanti temi ma soprattutto tantissime proposte. Da discutere e approfondire in modo da farle uscire dal libro dei sogni per trasformarle in realtà.
Nessuna sfilata di papaveri. Solo idee e passione, messe in rete in questi anni dalla bravura e dalla determinazione di Pippo.   
Rincuora sapere che di persone preparate e capaci ne abbiamo anche noi, che troppo spesso non sappiamo valorizzarci abbastanza. Persone che hanno voglia di mettere a disposizione le loro esperienze e le loro conoscenze perché stanche di avere nostalgia di un futuro non più rinviabile.
Rimettersi in marcia dunque, lungo un cammino accidentato, senza tanti punti tappa o “ammiraglie” pronte in caso di bisogno, ma con dei compagni di viaggio speciali e un traguardo importante.



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