23 ottobre 2011
Il nostro tempo
BOLOGNA
22-33 ottobre 2012
Chi è stato a Bologna lo sa, e chi ha voluto riportarlo lo ha raccontato a chi non c’era: che non si dica che da piazza Maggiore in Bologna, sabato e domenica, non sono uscite idee. Risposte, oltre che proposte, ai problemi degli italiani e all’emergenza che viviamo. Le nostre campagne per Il Nostro Tempo.
Che abbiamo messo nel cartone della pizza, (oltre che sul nostro canale video, che stiamo aggiornando), simbolicamente, ma che molto concretamente ora andremo a consegnare a domicilio: al Partito Democratico, certo, ma soprattutto ai militanti, agli attivisti, a quella società civilissima che può dare, se coinvolta, un contributo decisivo, e attraverso tutti loro a tutti quei cittadini che vorranno ascoltarci. Nella speranza che siano tanti, così come tanti erano in piazza durante il nostro weekend.
Cinque risposte, quindi, in pdf da stampare e far circolare:
1 – Prima gli elettori: primarie libere per la scelta dei parlamentari, in tutti i collegi e con qualsiasi legge elettorale, contro lo scilipotismo e a favore della partecipazione democratica, quella della primavera arancione, per far scegliere ai cittadini chi li rappresenta a Roma, proprio come si scelgono i sindaci.
2 – Con disciplina e onore: una legge feroce contro la corruzione, che cancelli tutti i lodi ad personam di questi anni, la lotta ai conflitti d’interessi ad ogni livello, e nuove forme di trasparente e accessibile rendiconto finanziario degli incarichi politici o comunque determinati dalla politica.
3 – Terra! Suolo bene comune: rivedere i criteri sugli oneri di urbanizzazione, coinvolgendo i cittadini e regolando le nuove costruzioni in base alle effettive richieste del mercato, bloccando le realizzazioni a fine speculativo; vietare l’uso degli oneri per la parte di spesa corrente dei bilanci degli enti locali, e fermare le compensazioni monetarie, anche attraverso nuovi sistemi di controllo. Censire il patrimonio utilizzato, sia quello produttivo che quello residenziale, e incentivarne l’utilizzo.
4 – Il fisco, dai mobili agli immobili: nel Paese primatista della pressione fiscale su chi lavora e produce, nel Paese in cui il mattone è la speculazione più redditizia e meno tassata, bisogna invertire la tendenza: abbassare le tasse sul lavoro con un rimborso contante annuo andando a prenderlo da chi ricava rendita dagli immobili. Inoltre, a proposito del fisco: riduzione delle scritture contabili e semplificazione dei calcoli delle imposte; ampliamento della gamma degli oneri deducibili; emissione e ricezione elettronica di fatture e corrispettivi, e tracciabilità del pagamento di costi deducibili; inversione del rapporto tra Fisco/controllore e contribuente/controllato, con l’assegnazione al Fisco della compilazione di tutte le dichiarazioni dei redditi, dipendenti e autonome.
5 – Per tutte e tutti: superare la condizione di precarietà di questi anni estendendo l’indennità di disoccupazione a tutti i lavoratori, inclusi i titolari di contratti atipici: si può fare, e va fatto parificando i contributi sociali. Ogni tipo di contratto, subordinato o para-subordinato, dovrà prevedere il versamento dei relativi contributi: si tratta di somme assolutamente contenute e sostenibili per l’impresa.
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