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27 ottobre 2014

Un week end un po' pesante

Ho seguito con parecchio distacco il debry Leopolda-Piazza San Giovanni.
Ho trovato entrambi i momenti molto strumentali, molto costruiti, tutto sommato abbastanza fini a se stessi.
Perchè su riforma del mercato del lavoro, sul mondo del lavoro e sul ruolo del sindacato hanno ragione Renzi, Di Vico oggi su Il Corriere e il solito pungente Enrico Sola.
Perchè le vere sciagure di questo mercato del lavoro sono sia dei contratti al limite dello sfruttamento, sia la struttura stessa del mercato del lavoro. Rigida, immobile, incapace di essere inclusiva quando serve e allo stesso tempo di ricollocare e di garantire protezioni quando le esigenze cambiano.
Perchè la corsa al posto fisso e alle sue tutele ha garantito la generazione precedente, ma sta massacrando la mia e, in tempi di crisi devastante come quelli di questi anni, ha innescato una guerra tra poveri che ha aumentato le inefficienze, ha bloccato possibili reazioni (industriali, economiche, finanziarie) a questo stato di cose ma soprattutto ha creato nell'immaginario collettivo una frattura devastante.
Chi ha un lavoro che gli garantisce dei diritti (DI-RIT-TI) è un privilegiato. E i diritti sono diventati un privilegio.E questo perchè, banalmente, chi usufruisce di questi diritti è ormai la minoranza di chi lavora.
Quando la CGIL dice di dover allargare i diritti, un paio di domande su questa status quo se le dovrebbe fare. Perchè se non ha convinto ad iscriversi al sindacato manco uno come me, abbastanza politicizzato e sensibile a quello che mi capita intorno, forse un problema di rappresentanzione della realtà ce l'ha.
A questo gigantesco caos bisogna metter mano, cosa che il governo sta provando a fare.
E qui, per me, casca Renzi.
Perchè ridurre il dibattito su questo tema come un perenne scontro tra vecchi e nuovi, tra gufi e rivoluzionari, tra chi blocca il paese e chi lo vuole cambiare, semplicemente non serve a nulla e inizia a dare anche un po' fastidio.
Soprattutto quando, a voler fare i precisini, nella legge delega su cui il governo ha chiesto la fiducia (la fiducia su una legge delega...) non c'è scritto praticamente nulla (NULLA!) del percorso politico di questo riforma del mercato del lavoro.
E non basta salire su un palco e urlare "basta ai co.co.pro e sì al contratto unico!" se poi non mi spieghi  (e ormai è un mesetto buono...) come intendi procedere e dove mi trovi le coperture per questa riforma.
Perchè allora mi viene il sospetto che ci troviamo di fronte ad un bluff.
L'ennesimo bluff. Che secondo me è mirato ad andare al voto anticipato.
Una strategia che di rottamatrice non ha proprio nulla, anzi.

Un sacco di miei amici hanno partecipato o alla Leopolda, o alla manifestazione in piazza San Giovanni.
A loro mi sento di chiedere questo. Proviamo a mettere un attimo da parte l'orgoglio identitario e proviamo a perseguire un obiettivo comune. Incalzate (-amo) il governo affinchè non getti nel calderone degli slogan e degli hashtag questa opportunità storica di ammodernare il nostro mercato del lavoro.
Adesso che possiamo essere noi a decidere, facciamolo.  
 
                 
   

15 aprile 2013

Ci voleva Matteo Renzi

Cioè un credente convinto, uno scout, un uomo formatosi nell'associazionismo cattolico.
Ci voleva lui per denunciare questa querelle ipocrita sul "Presidente cattolico" che sa tanto di mercanti nel tempio.
Lo ha fatto con una bella lettera a Repubblica dove scrive, tra le altre cose: "Mi sembra gravissimo e strumentale il desiderio di poggiare sulla fede religiosa le ragioni di una candidatura a custode della Costituzione e rappresentante del Paese", "  politici che si richiamano alla tradizione cattolica, invece, sono spesso propensi a porsi come custodi di una visione etica molto rigida. Non c’è peggior rischio di incrociare il cammino con i moralisti, specie quelli senza morale. Personalmente dubito di chi riduce il cristianesimo a insieme di precetti, norme etiche alle quali cercare di obbedire e che il buon cristiano dovrebbe difendere dalle insidie della contemporaneità. Questo atteggiamento, così frequente in larga parte del mondo politico cattolico, è a mio giudizio perdente.
Ma ancora più in basso si colloca chi utilizza la propria fede per chiedere posti. Per pretendere posti".
Poi qualcuno spieghi a questi "cattolici impegnati" che gli sono andati dietro per convenienza, per inseguire una sedia, per salire sul carro del vincitore, perchè, come hanno spiegato anche me "provenienti dalla stessa storia" (ma quando? ma dove? ma cosa state dicendo?) che a sto giro hanno sbagliato cavallo. Ma di brutto anche.
E che la loro giostra, fortunatamente, sta facendo l'ultimo giro.
Al passato grazie, al futuro sì.

10 marzo 2013

Cambiare si può - riflessioni condivise

In breve.
Ieri è stata una bella giornata di politica, di confronto, di umanità. 
Di quelle che se ne fanno sempre troppo poche e che dobbiamo imparare a diffondere e a coltivare.
Basta poco e dà molto. 
Resto sempre di sale quando mi rendo conto di quante energie, competenze e intelligenze il PD ha dentro di sè, probabilmente senza neanche saperlo. Un delitto non coinvolgerle e attivarle. Noi abbiamo voluto fare solo questo. Creare un luogo dove incontrarci. Per capire che non siamo soli e che c'é #unaltromodo.
La riflessione di Ilda e i conti e le parole di Daniele, due compagni di viaggio preziosi.
Un enorme grazie e un abbraccio a tutti quelli che sono intervenuti e a cui ricordo di continuare ad animare la pagina Facebook.
Anche un viaggio di mille chilometri inizia con un piccolo passo...o con un clic.   

8 marzo 2013

Cambiare si può

Allora, ci siamo quasi.
Domani, dalle 10 in avanti, in via Cecchi 15, proveremo a rimettere in marcia il Pd e tutto il centrosinistra partendo da noi, militanti, simpatizzanti, elettori e semplici cittadini. Noi che crediamo ancora nella politica e nel cambiamento.
Abbiamo ricevuto un sacco di adesioni, di mail, di richieste di interventi. Segno che c'è tanta voglia di partecipare, di farsi coinvolgere e di coinvolgere le persone vicine a noi.
Non sarà una riunione di corrente o di carbonari come ha scritto qualcuno.
Tutti invitati, ognuno con le proprie idee, le proprie incazzature e le proprie speranze.  
Sarà un incontro libero e aperto, senza gabbie e schemi.
Con una prospettiva sola.
Favorire il cambiamento e il rinnovamento.
Della politica e del Pd.
Possibilmente, prima che sia troppo tardi.