6 febbraio 2012

L'Italia sono anch'io. Il C.C. di Condove non approva

Oggi, 6 febbraio 2012, il Consiglio Comunale di Condove ha vissuto una delle sue pagine più tristi. Condove è da sempre un paese con un grandissimo senso civico e con una consolidata tradizione di solidarietà, di difesa dei diritti e di tutela delle persone. È il paese dei partigiani morti a Vaccherezza, di don Viglongo, della scuola di Pace di Achille Croce e dei consigli di fabbrica che deliberarono lo stop alla produzione di materiale bellico.
La decisione della maggioranza di non aderire alla campagna per i diritti di cittadinanza “L’Italia sono anch’io” è un fatto gravissimo per due motivi. Il primo è perché risulta palese come la nostra amministrazione comunale non solo tolleri, ma consideri giusto il fatto che in Italia (e a Condove) ci siano cittadini di serie A e cittadini di serie B. Il secondo perché dimostra di non essere minimamente in sintonia con la storia e le sensibilità della comunità che dice di voler amministrare.
Le motivazioni date dal capogruppo Fruci che, parlando a nome della maggioranza si è appellato alla legge vigente 91/92, oltre che interpretare la norma in maniera errata (contrariamente a quanto lui dice, i figli dei cittadini stranieri nati in Italia non sono italiani), dimostrano un’arretratezza culturale che intristisce e preoccupa. Dire che molti stranieri non hanno intenzione di integrarsi o, peggio, non abbiano gli strumenti culturali per comprendere e accettare le regole della nostra società è falso e insultante.
Da questa maggioranza non mi sono mai aspettato granché ma speravo che di fronte a una questione che riguarda l’allargamento dei diritti, il futuro del nostro Paese e anche della nostra piccola comunità si riuscisse a trovare una convergenza che sarebbe stata molto importante e che avrebbe reso giustizia non solo alla grande storia di civismo di Condove ma soprattutto ai sogni, alle speranze e alle ambizioni dei tanti cittadini stranieri che abitano nel nostro comune e che hanno scelto Condove come luogo dove costruirsi un futuro.

Jacopo Suppo

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