Martedì, insieme ad Antonio Ferrentino e a Cristina Galatà, ho rilasciato una breve intervista a LaValsusa. Eccola.
Prima domanda: un motivo per votare alle primarie e un motivo per votare Civati
La Prima Repubblica è finita da 20 anni, la Seconda non è mai neppure iniziata, la Terza inizierà solo quando una nuova classe dirigente del centrosinistra si prenderà il Pd. E se questo accadrà, sarà merito delle primarie, l’unica cosa positiva che siamo riusciti a inventarci in questo lungo ventennio berlusconiano. Uno strumento per avvicinare i cittadini alla politica, per coinvolgerli e dargli la possibilità di costruire i cambiamenti di cui abbiamo bisogno. La summa di quello che era “lo spirito dell’Ulivo” (che ormai nel Pd, più che uno spirito sembra un fantasma). L’unico che in questi anni ha mantenuto vivo questo stile e questo approccio è stato Pippo Civati. Colto, preparato, innovatore sincero, determinato, aperto. Ha tutto quello che gli serve per fare il segretario.
2° domanda: cosa deve fare il Pd sulla ToLione: fermarla o farla continuare?
Che la costruzione di una nuova linea ad Alta Velocità in
Valsusa non serve a niente non lo dico io, non lo dice Civati, non lo dicono i
valsusini. Lo dice il governo, che confermando il progetto low cost studiato
dal governo Monti ha di fatto ridotto di gli investimenti su questo progetto,
che non costa 24 miliardi come qualcuno dice, ma 8, divisi tra Francia, Italia
e Europa, e di cui solo poco più di 2 (rateizzati in dieci anni) sono a carico
nostro. Lo dice LTF, che ha fatto sparire dal calendario dei lavori la
costruzione della nuova linea (basta andare sul sito per verificare). Lo dicono
i lavori di raddoppio della canna autostradale del Frejus. Lo dice il fatto
che, ad oggi, si sta scavando un tunnel geognostico, che è una cosa differente
rispetto al tunnel di base.
3° domanda: una ricetta per riportare lavoro e reddito in valle di susa.
La valle deve tentare in tutti i modi di difendere gli
insediamenti industriali che ancora esistono con un grande progetto di
territorio. La crisi della Vertek-Lucchini, della Bertone, della Selmat, della
Beltrame e di altre piccole e grandi industrie non possono essere affrontate
singolarmente, ma come territorio. Provando ad attrarre investimenti, sia
economici, sia di innovazione
Nessun commento:
Posta un commento