4 febbraio 2014

Un bel Paese


Da almeno cinque giorni il dibattito politico è più o meno questo: pompinare, fascisti, ladri, Kasta!!1!, morti, ecc, ecc. In mezzo, una proposta di legge elettorale che più passano i giorni, meno si capisce che fine farà, e un decreto su BankItalia approvato in fretta e furia. Un cadeau alle banche, vero, che però devono essere rifinanziate in qualche modo e qualcuno dovrebbe anche spiegarci se c'è una proposta alternativa per farlo.   
Non ho voluto scrivere di queste "amenità".
Sono abbastanza basito. E preoccupato.
E anche un po' triste.
Perchè se il governo fa male (di solito non fa, se si mette d'impegno, fa male...) è un problema per tutti, ma la risposta non è saltare sui banchi, fare caciara e insultare mezzo mondo. Bisognerebbe fare una proposta alternativa che spacchi il fronte (chi le fa però, rischia grosso).
Insultare poi chi non la pensa come te, dando cittadinanza politica a linguaggi e discorsi che si fanno nei cessi dello stadio, è appunto preoccupante, triste e anche pericoloso.

Di questi giorni mi rimarrà un'immagine. Che non c'entra nulla con la sceneggiate in Parlamento o i tweet deliranti. E' la foto di un assessore che, onde evitare improbabili danni alla salute (??), entra in una scuola e stacca l'hotspot del wi-fi tra le risate degli alunni e i sospiri di sollievo dei genitori.
  
E' una foto riassuntiva.
Viviamo in un Paese così.
Dove si bruciano i libri e si staccano i router.
Dove, di conseguenza, si insultano le donne invece di criticarle nel merito delle cose che fanno o si difendono le istituzioni mortificandole. 
Una roba tra l'alto Medioevo e l'Iran di Khomeyni.
Auguri a tutti.

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