Ieri sera sono andato a parlare di Europa con gli scout di Almese.
Una bella serata dove è venuto fuori che sì, l'Europa è il nostro orizzonte, la nostra casa, la nostra dimensione, ma le istituzioni che la regolano sono percepite come distanti e vincolate nel loro agire più dai poteri economici e finanziari che dal volere dei cittadini.
Abbiamo perso per strada quello che era lo spirito fondativo dell'Unione Europea. Quell'idea di comunità di persone nuova, aperta, inclusiva ha lasciato spazio all'idea che l'Europa sia solo un luogo dove i poteri forti si coordinano per decidere le sorti del nostro destino. Ho voluto citare il "Manifesto di Ventotene", che è un testo fondamentale per chi vuole bene all'Europa e per chi, in tempi così complicati e senza riferimenti, vuole capire su qual è la strada che dovremo percorrere in un futuro sempre più prossimo. "la linea di divisione fra i partiti progressisti e partiti reazionari
cade perciò ormai, non lungo la linea formale della maggiore o minore
democrazia, del maggiore o minore socialismo da istituire, ma lungo la
sostanziale nuovissima linea che separa coloro che concepiscono, come
campo centrale della lotta quello antico, cioè la conquista e le forme
del potere politico nazionale, e che faranno, sia pure involontariamente
il gioco delle forze reazionarie, lasciando che la lava incandescente
delle passioni popolari torni a solidificarsi nel vecchio stampo e che
risorgano le vecchie assurdità, e quelli che vedranno come compito
centrale la creazione di un solido stato internazionale, che
indirizzeranno verso questo scopo le forze popolari e, anche conquistato
il potere nazionale, lo adopereranno in primissima linea come strumento
per realizzare l'unità internazionale".
In questo mese di campagna elettorale teniamo a mente queste parole.
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