Oggi Luna Nuova pubblica una mia breve risposta alla lettera di Barbara Debernardi di martedì scorso.
Per ragioni di spazio Luna Nuova mi ha chiesto di limare parecchio il testo originale, che però ci tengo a postare qui sotto.
Perchè va bene tutto, ma dopo un po' anche basta.
Gentile direttore
Una lettera in cui si parla di marziani, apparsa sul numero
di martedì a firma Barbara Debernardi, mi dà l’occasione di parlare invece con i condovesi, per chiarire
loro le scelte che ho fatto in vista di queste elezioni comunali e raccontare il
bellissimo percorso intrapreso con la lista Condove in Comune.
Nel delirante e raffazzonato cumulo di falsità, scritto ad
hoc dal nostro ex sindaco per gli amici del pianeta rosso, mi si rinfaccia di
essere un membro dell’assemblea nazionale del partito in cui milito, il Partito
Democratico, manco fosse un delitto, di aver ostacolato Sandro Plano nella sua
corsa per le primarie per i parlamentari e di essermi candidato nella lista
Condove in Comune, a suo avviso non abbastanza contraria all’alta velocità proprio
a causa della mia presenza.
Per quanto riguarda il primo punto, sì, sono membro
dell’assemblea nazionale del Pd e sì, ne sono orgoglioso. Come in tanti sanno
ho sostenuto con passione e convinzione la candidatura di Pippo Civati a segretario
del Pd. Una candidatura di rottura, nel merito e nel metodo, che nel nostro territorio ha avuto un
consenso molto ampio tra chi è vicino al Pd, raccogliendo in Valsusa oltre 600
voti. Ecco, i voti. Forse sfugge quello: che sono in assemblea perché c’è stato
un passaggio democratico che lo ha deciso. Penso che sarebbe bello e utile che
tutti i partiti, anche quelli che fanno finta di non esserlo, si dotassero di
strumenti democratici e di partecipazione come quelli che ha il Pd. Strumenti
democratici come le primarie per i parlamentari, alle quali l’anno scorso ho
provato a concorrere non per “bloccare” Sandro Plano ma, come scrissi all’epoca
nel mio blog personale e verificabile anche oggi, per dare rappresentanza ad un
pezzo di partito che, udite udite, si sentiva più rappresentato da un giovane
di 30 anni piuttosto che da un apprezzato e conosciuto politico locale come
Plano. Andò così. Con buona pace dei retroscena da osteria costruiti ad arte da
chi non sa nulla di quella vicenda e che, nonostante questo, continua a
parlarne a vanvera.
Per quanto
riguarda la mia candidatura con Condove in Comune e tutta la polemica legata
alla vicenda Tav, la risposta è semplicissima. Non solo la mia personale
posizione di contrarietà all’opera è nota da tempo, ma il nostro gruppo, e
sottolineo solo il nostro, ha costruito il suo programma attraverso il
coinvolgimento di sessanta condovesi che in cinque serate pubbliche si sono
confrontati su tutti i temi che riguardano l’amministrazione di una comunità
ricca e piena di risorse come quella di Condove. Abbiamo parlato di Tav certo,
e la nostra posizione è quella che si legge nel programma che abbiamo
distribuito alle oltre 2000 famiglie condovesi, ma abbiamo soprattutto parlato
di come abbassare la tassa per la raccolta rifiuti e di come aumentare il
decoro urbano e la cura delle aree verdi, di come sostenere le attività
scolastiche e mettere in sicurezza le strutture dove il futuro del nostro paese
trascorre la maggior parte del suo tempo, di come valorizzare la montagna,
della nostra Vertek e della sua crisi. Abbiamo immaginato un “grande prato
verde” in mezzo al paese, dove oggi c’è un campo sportivo in stato di
abbandono. Abbiamo costruito una squadra affiatata, determinata e appassionata
della comunità che si candida ad amministrare e abbiamo avuto la fortuna di
trovare in Emanuela Sarti un candidato sindaco capace, serio e pragmatico.
Abbiamo disegnato la Condove che vogliamo per i prossimi anni e lo abbiamo
fatto nell’unico modo che conosciamo: alla luce del sole, discutendo a viso
aperto e coinvolgendo le persone.
Registro che
questo lavoro non ha convinto il nostro ex sindaco, che legittimamente ha
deciso di sostenere i nostri avversari di Buongiorno Condove, ma sinceramente
poco m’importa. Mi importa molto di più tutelare il nostro bel lavoro e la
splendida squadra che abbiamo creato dalle calunnie, dalle falsità e dall’astio
di chi, in questi venti giorni di campagna elettorale, non ha mai parlato di
Condove ma ha solamente sparso veleno e discredito nei nostri confronti. Mi
importa il giudizio dei condovesi su quello che abbiamo proposto loro e
soprattutto su quello che, singolarmente, ognuno di noi di Condove in Comune ha
fatto per il suo paese, nelle associazioni, nel volontariato, nella vita di
comunità. Tutte cose che continueremo a fare, indipendentemente dall’esito
delle elezioni, perché in queste cose ci crediamo e perché questo è il nostro
modo di essere cittadini.
Mi importa
soprattutto continuare a parlare del futuro del nostro paese con i tanti
condovesi che ci stanno sostenendo e con tutti quelli che ancora vorranno
discutere con noi. Perché il futuro è il nostro orizzonte e perché del futuro
di Condove si dovrà occupare l’amministrazione che verrà. Il passato lo
lasciamo ai rancorosi, a chi ha sempre la ragione in tasca (anche se non si
capisce bene perché) e a chi lavora sempre per dividere e mai per unire.
E che, forse proprio per questo, si ritrova a parlare solamente
con i marziani.
Jacopo Suppo
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