Per le prossime elezioni politiche, fissiamo la regola che i confronti tv si fanno "senza se e senza ma"?
Questa cosa tutta italiana che il confronto lo chiede chi è in svantaggio, credendo di recuperare due voti sparandola più grossa che può, è l'ennesima dimostrazione di quanto sia immatura la nostra cultura democratica e di quanto sia sguaiato il mondo dell'informazione.
Ottimo anche Grillo, che prima invita Sky sul suo camper (non ti scomodare eh Beppe...) e poi tira pacco perchè "Ci sono due modi per fare campagna elettorale. Il primo serviti e riveriti nei salotti tv, magari con trasmissioni 'cucite addosso'. Noi preferiamo il secondo: nelle piazze, tra la gente". Qualcuno gli spieghi (anche se lo sa benissimo...) che la condizione di "serviti e riveriti" non è obbligatoria, al massimo è un di più a cui uno può (anzi, deve) rinunciare. Poi è chiaro che "i due modi" non sono in contrapposizione ma complementari. L'unica differenza è che in piazza uno può dire tutto e il contrario di tutto, mentre in tv capita che il giornalista ti faccia anche delle domande (vi ricordate la D'Amico con Berlusconi?). Insomma, rumore di unghie sui vetri da far venir la pelle d'oca a un morto.
Come si fa a credere alle risposte di chi non accetta domande?
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