Oggi
però voglio provare a fare una riflessione un po’ più articolata, perché le
battute servono a far ridere, e qui da non è che ci sia da sganasciarsi.
Dei
tre espulsi del Pd aviglianese, Arnaldo Reviglio lo conosco in maniera superficiale, Andrea Archinà
non lo conosco per niente, mentre con Carla Mattioli ho avuto modo di
confrontarmi diverse volte. Non siamo mai andati granché d’accordo, specie
sulla vicenda Tav. Tutto è iniziato con questa intervista di quasi tre anni fa,
e col passare del tempo le nostre distanze su questo argomento sono aumentate. Una
su tutte, non ho condiviso la scelta di uscire dall’Osservatorio, dettata da
equilibri di maggioranza, che a mio avviso ha dato il via ad un isolamento
politico della valle e all’esasperazione di una situazione già molto
complicata. Credo che questi errori prima o poi li pagheremo perché sul Tav la
Val di Susa ha tante cose da dire, ed è un delitto regalare i nostri argomenti a
qualche antagonista di professione. Perché in mezzo ai tanti cittadini che protestano
pacificamente, c’è anche qualche scalmanato che andrebbe isolato.
Ho
scritto queste poche righe perché non pensiate alla solita difesa d’ufficio, alla
presa di posizione di comodo, alla pacca sulla spalla di circostanza.
Le
espulsioni di Mattioli, Reviglio e Archinà sono un fatto grave perché, al di là
delle motivazioni ufficiali espresse dalla Commissione dei Garanti, l’oggetto
del contendere vero e proprio è di nuovo la contrarietà al Tav. Cosa che pone un problema di
libertà di opinione e di agibilità politica.
Il
Pd è nato con la prospettiva di diventare un grande partito riformista. Una sorta
di “new labour” italiano disse qualcuno. Ecco, nel new labour c’è spazio per la
gente come Blair ma anche per i trozkisti, che credo abbiano idee diverse su un
sacco di cose, ma riescono a coesistere e a fare attività politica progressista
insieme. Non posso immaginare un Pd dove persone che hanno un’idea diversa su
un’opera pubblica vengano messe al bando e cacciate, mentre vengono sopportate
(e a volte supportate….) persone che la pensano in maniera opposta su temi qualificanti
per il futuro della nostra società come i diritti civili, la laicità o la vita
e la morte.
Il
reato di opinione non può esistere in un partito che si chiama Democratico.
C’è
poi un problema di agibilità. In Val di Susa i pochi iscritti al Pd che sono
rimasti vedono il loro spazio politico restringersi ogni giorno di più. Per tanti
motivi. Il Tav è sicuramente il motivo principale ma non il solo. L’unico
effetto concreto che sortirà un atto così duro è l’ulteriore restringimento di
questo campo. Alcuni abbandoneranno, altri non avranno più voglia di
organizzare iniziative o fare volantinaggi. Tutto questo, a pochi mesi dalla
primarie e dal voto.
Ha
senso tutto questo? Dal mio punto di vista no, ma considerando che i Garanti
sono tutte persone con un’esperienza e una capacità politica superiore alla
mia, credo che queste valutazioni le abbiano fatte, decidendo che andava bene
così. Si perdono i voti della Val di Susa? Ne conquisteremo da altre parti. Lo stesso
ragionamento che animò la campagna elettorale per Bresso. I risultati ce li
ricordiamo.
Il
mio pensiero va anche a Caterina Romeo, persona degnissima e molto capace, da
poco nominata dalla Federazione torinese come “segretaria speciale” di
Avigliana. Avrebbe dovuto provare a rimettere insieme i cocci dopo il terremoto
elettorale, e sarebbe stato complicato di per sé. Queste tre espulsioni sono
solo benzina sul fuoco. Mi auguro che ci sia lo spazio per dei ripensamenti, anche se non ci conto granché
Voglio
concludere con un’altra piccola riflessione. Oggi su Facebook si sprecano gli
attacchi al Pd per questa decisione. C’è grande godimento nel farli. Volano insulti,
previsioni da fine del mondo, inni alla democrazia. Tutti contro le “purghe”,
questo è il termine più utilizzato. Mi spiace leggere certe cose, ma mi spiace
ancora di più ricordare che pochi mesi fa, quando Rifondazione Comunista
espulse il sindaco di Chiomonte Ezio Paini perché si oppose al presidio No Tav nel suo
paese, nessuno si schierò “contro le purghe” rifondarole. Anzi, in molti inneggiarono
alla decisione.
La
democrazia, la libertà di opinione e di dissenso, per fortuna, non si misurano
ancora con il Notavometro e sono dei valori da difendere sempre. Ricordiamocelo. Tutti.
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