Oggi Francesco Totti festeggia vent'anni con la maglia della Roma. Un tempo incredibile, una fedeltà commovente.
Un campione di quelli che ne vengono fuori uno ogni venti-trent'anni.
La Gazzetta dello Sport lo ha voluto celebrare con un'intervista a 360°, ricca di aneddoti, riflessioni e immagini di un calcio che oggi può sembrare lontanissimo ma che io ho in mente come se fosse ieri (perchè alla fine, 30 anni, son pochi solo per far politica...).
Non so cosa passi per la testa a Totti. Credo però di sapere cosa stiano vivendo i tifosi romanisti.
In massa allo stadio o davanti ai televisori, sanno bene che lo spettacolo è agli sgoccioli. Le punizioni, gli assist, i rigori, il pollicione in bocca son momenti da godersi fino in fondo, consapevoli che tra non molto calerà il sipario.
Lo so bene perchè l'ho vissuto io l'anno scorso, quando tra i "no comment" e i "vedremo" si sapeva benissimo che sarebbe stata l'ultima stagione di Del Piero alla Juve. Lo sapevamo perchè i gol con la Roma, con la Lazio o con l'Atalanta all'ultima di campionato avevano un gusto diverso. Ogni volta che Ale entrava in campo, tirava una punizione o faceva un passaggio, a me prendeva un po' di malinconia e anche di rimpianto.
Mi rendevo conto che si stava chiudendo un'epoca sportiva ma, sembra stupido, anche una fase della mia vita, come scrissi qui in quei giorni.
Oggi Francesco Costa, romanista sfegatato, si pone la stessa domanda. E dopo?
Dopo sarà strano ma bello. Dopo ci si guarda indietro e ci si accorge di essere un po' meno bambini e un po' più uomini.
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