Dopo il mancato suicidio di ieri, oggi il Pd ha la possibilità di ridarsi un minimo di dignità, riaprendo la partita per il Colle proponendo dei nomi seri, spendibili e condivisi.
Condivisi con il resto della coalizione e con i "grillini dialoganti", non con Berlusconi.
Passato lo schock, iniziano a circolare le prime ricostruzioni.
Qualcuno dice che Bersani ha utilizzato Marinio come cavallo di Troia per bruciarlo agli occhi del centrodestra, dimostrando a Berlusconi e ai suoi che dal Pd (o almeno, da mezzo Pd...) non c'è spazio per alcuna trattativa, nè sul Presidente del Colle, nè su quello della Repubblica.
Una tattica sottile, talmente sottile che non l'ha capita nessuno e che ha rischiato di mandare in frantumi il partito e la coalizione.
Mentre scrivo, Bersani ha proposto all'assemblea dei parlamentari del centrosinistra il nome di Romano Prodi, scatenando un'ovazione generale. Ieri anche la capogruppo del M5S Lombardi si era detta possibilista sul nome di Prodi, cosa che non può che far piacere perchè quello che non è andato giù non Marini in sè (oddio...) ma il metodo con cui si è arrivati lì, sconfessando le parole e i segnali degli ultimi 50 giorni e mandando gambe all'aria quel minimo di dialogo che si era riuscito a instaurare con un pezzo del Movimento 5 Stelle.
Pare che sul nome di Prodi ci sia una convergenza ampia, che va oltre ai voti del centrosinistra e che potrebbe farlo diventare il Presidente di tutti.
O almeno di tutti quelli che credono che l'Italia può ancora cambiare.
Perchè le tattiche stanno a zero. Ci vuole coraggio e apertura.
Perchè il punto non è solo rompere con il centrodestra, e neanche provare a rompere il 5 Stelle.
Il punto è ricucire.
Ricucire il Pd e il centrosinistra con quelli che non lo hanno più votato ma che probabilmente, se ci diamo una svegliata, torneranno a farlo.
Avanti miei Prodi allora.
p.s. finita questa vicenda però, congresso subito e chi deve andare a casa inizi a preparare le valigie.
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