Tutti si aspettavano i lunghi coltelli, urla e spintoni e le deleghe gettate in aria. Niente di tutto questo. L’Assemblea è stata ordinata, ha recepito la volontà del segretario di sospendere l’articolo 18, comma 8, consentendo così a chiunque iscritto al Pd che non sia Bersani di poter correre alle primarie di fine novembre. Saranno primarie a doppio turno, ci si dovrà registrare in un albo degli elettori (per fortuna, anche il giorno stesso) e per candidarsi gli iscritti al Pd dovranno raccogliere in nove giorni o 18.000 firme di altri iscritti, o 95 adesioni di membri dell’Assemblea Nazionale.
Sono regole stringenti, soprattutto per quanto riguarda le firme degli iscritti. Perché è vero che se uno non ha rappresentanza nel suo partito, che si candida a fare? Ma è anche vero che 18.000 firme in nove giorni sono più di una firma al minuto. Di fatto, un’impresa impossibile. Meglio puntare sui delegati quindi.
Bersani mi è piaciuto. Ha parlato del nostro ruolo in Europa, di quanto dobbiamo investire nel rafforzare l’Unione europea, istituzione fondamentale per contrastare la crisi economica e le fughe di capitali verso i paradisi fiscali o per aumentare il controllo sul mondo della finanza e sulla corruzione. Mi è piaciuto il suo appello a smettere di martoriare la scuola con continui tagli, ad avviare seriamente una riforma istituzionale, a limitare gli sprechi e i costi della politica, ad aumentare la trasparenza e la partecipazione.
Non credo che sosterrò
Bersani alle primarie, perché sono convinto che l’Italia deve voltare pagina,
possibilmente in avanti, con volti nuovi ed esperienze diverse, con una visione
della società e della modernità un po’ più “moderna”. Lo ribadisco, il problema
di Bersani sono i “bersaniani”, e la gestione dell’Assemblea di Bindi, al
limite del tifo da stadio, lo dimostra. Le sue parole però mi hanno fatto
sentire parte di una comunità aperta e inclusiva, attenta e solidale, e sono contento
che Bersani sia il segretario del Pd, e se dovesse vincere le primarie credo che
il centrosinistra sarà in buone mani.
Ora rimane da vedere
cosa capiterà tra i “candidabili”. Renzi, che invece di andare in giro con il
camper, un salto all’Assemblea del SUO partito avrebbe anche potuto farlo, non
credo avrà problemi a raccogliere 100 delegati, Bersani non è tenuto a farlo.
Gozi e Puppato (debolissimi sul palco…) invece li vedo in difficoltà.
Ad oggi il quadro è
questo. Bersani bravo ma bloccato in un “patto di sindacato” tra i vari big che, nel tentativo
di sostenerlo, si muove in maniera nervosa e confusa, rafforzando un Renzi che
ha deciso di fregarsene del partito e di correre sempre più da solo. Vendola mi
sembra fuori tempo massimo mentre Tabacci ci candida solo in ottica elezioni
regionali in Lombardia.
In queste condizioni, spero
ci si renda conto (Gozi e Puppato in primis) che organizzare una candidatura “terza”
sarebbe cosa buona, giusta e auspicabile, ma bisognerebbe farlo con un minimo
di criterio e di prospettiva. Possibilmente alla svelta. Soprattutto insieme.
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