Una discussione su Facebook in cui son stato chiamato in causa mi ha fatto capire che mancano
alcune cose, che vorrei puntualizzare, giusto per sgombrare il campo da
alcuni dubbi.
1)
Non sono primarie del Pd, sono primarie del centrosinistra, come dimostrano le
candidature di Tabacci e di Vendola.
2)
Il guaio è che queste primarie di coalizione arrivano quando la coalizione non
c'è ancora, e non c'è neanche la legge elettorale. Come Prossima Italia è
dall'anno scorso che chiediamo che il Pd s'impegni su questo tema, e abbiamo raccolto, anche in valle, le firme per chiedere le primarie per i parlamentari perché temevamo
una cosa che, nei fatti, si sta verificando. Cioè che Pdl+Udc+Misto, che
rappresentano ancora la maggioranza alla Camera e al Senato, stanno facendo di tutto per
mantenere il porcellum o modificarlo in maniera peggiorativa, in modo da render
ingovernabile il Paese dopo il voto. La proposta di Prossima Italia era quella
di tutelare almeno l’elettorato del Pd e del centrosinistra indicendo primarie
per i parlamentari, in modo da garantire un minimo di rappresentanza e di
scelta. Ci han detto che non era possibile, che bisognava cambiare la legge in
Parlamento, che bisognava spingere per il modello francese, poi per quello
tedesco, poi per quello ungherese. Alla fine ci terremo sta schifezza di
porcellum.
3)
Oltre a non sapere con che legge elettorale andremo a votare, non sappiamo
manco con che regole andremo alle primarie. Si parla di doppio turno e di albo
degli elettori. Il doppio turno è stato proposto una sola volta nella storia
delle primarie in Italia, per le comunali di Firenze. Sappiamo come è andata a
finire. L’albo degli elettori in realtà non è una novità visto che anche nelle
primarie precedenti per votare bisognava sottoscrivere una liberatoria per la
privacy e un documento in cui ci si dichiarava elettori del centrosinistra. Nessuna
tessera, solo una dichiarazione di appartenenza al centrosinistra. Il problema
non è l’albo, ma l’accessibilità all’albo. Credo realisticamente che i nomi di chi ha votato alle
precedenti primarie per la scelta del premier o del segretario del Pd sono
stati presi da Nico Stumpo, intagliati nel legno, inseriti in uno scrigno, messi in un container che
è stato coperto di cemento e buttato in fondo al mare. Nessuno (magari proprio
nessuno nessuno no…) sa dove siano questi nomi e come fare ad averli, anche
solo per veicolare un po’ di comunicazione politica.
La
cosa più sgradevole però è che domani l’assemblea proporrà un regolamento che èstato discusso dai responsabili delle campagne di Bersani e di Renzi. Ora, io
capisco che arrivare in Assemblea senza una bozza di regole è una cavolata, ma
che siano i due maggiori competitor a deciderle a tavolino è per lo meno indelicato.
Specialmente per un partito che si chiama Democratico. Ricordo che c’è qualcuno
che è quasi un anno che chiede e propone regole certe, ovviamente nel disinteresse più
totale.
4)
L’Assemblea Nazionale funziona poco e male. Io stesso avrei diritto ad essere
nominato per una serie di dimissioni che sono state presentate ma mai
ratificate. Non ci sono numeri certi sulla platea e ne consegue che non si
possa pensare di modificare lo Statuto del partito con un voto. Questo Bersani
lo sa e credo che alla fine, per evitare polemiche o casini vari, dirà che
rinuncia alla regola dello Statuto che vuole un solo candidato del Pd in corsa
per le primarie e aprirà a tutti. Cosa giustissima. Del resto, stiamo facendo
politica, non un atto notarile. In questo contesto s’inserisce la questione degli
invitati. In tutte le Assemblee precedenti erano ammessi gli invitati, purché
presentati da un delegato. Io sono stato “presentato” da quel diavolaccio di
Paolo Cosseddu e, felice come una Pasqua, ho acquistato il mio bravo biglietto
aereo da 110 euro. Ieri, per la prima volta nella storia delle assemblee del Pd,
gli invitati sono stati “invitati” a starsene a casa per problemi di spazio e perchéla discussione è delicata. Ringraziando della comunicazione, ho risposto che
sarei andato lo stesso in Assemblea. Domani vediamo cosa capita, anche perchè abbiamo qualcosa da dire.
In
tutto questo contesto, secondo me ci sono tre dati politici da evidenziare.
Il
primo: ci troviamo in questa situazione perché il Pd è rimasto il partito del “ma
anche”. Non si discute mai, non si vota mai, non ci si divide mai. Almeno formalmente.
Il Pd è balcanizzato e il suo gruppo dirigente mi ricorda quello grigio,
vecchio e stanco del Pcus, immortalato in una celebre foto sul palco d’onore ai
funerali di Andropov.
Il
secondo: le primarie sono l’unico momento in cui il Pd diventa “contendibile”,
e quindi chi ha qualcosa da dire le usa con l’obiettivo di smuovere le acque e
sovvertire uno status quo che, a mio modo di vedere, fino ad ora non ha
prodotto granché. Il fatto che la sola presenza di un ragazzotto fiorentino sputacchiante
di neanche 40 anni abbia messo in agitazione l’intero arco istituzionale e
mandato nel panico il gruppo dirigente del Pd, dimostra quanto questa classe
dirigente abbia poco da difendere in termini di risultati politici, e quanto
tanto abbia da perdere in termini di posizioni di rendita.
Il
terzo: nonostante gli errori, i limiti, le critiche, le prese per il culo, ecc,
ecc, tutto l’interesse suscitato dalle primarie, in particolar modo dalla “sfida”
Bersani-Renzi, dimostra che il Pd è considerato, magari anche inconsciamente, il
migliore strumento per costruire un cambiamento vero in questo Paese. Non si
sfidano solo due (o tre, con Vendola) personaggi, blocchi di potere o gruppi
organizzati. Sono visioni della società, ma soprattutto del futuro,
completamente diverse. Mi spiace per chi fa della guerra al Pd il suo scopo di
vita, ma con il centrodestra scomparso dai radar, Grillo poco più di una valvola
di sfogo fine a sé stesso e il resto inesistente o ininfluente, il Pd rimane l’unico
“luogo” in cui abbia senso discutere e fare politica. Il Pd sta occupando più
spazi contemporaneamente, e questo per via delle tante anime che lo compongono.
Il Pd ha l’occasione per diventare veramente il partito “a vocazione maggioritaria”,
obiettivo per cui è nato, lasciandosi alle spalle il “beato isolazionismo” di
cui è stata vittima la sinistra italiana dal congresso di Livorno in avanti.
Più che il 'migliore strumento', uno strumento potenzialmente interessante (che eredita e dilapida la dote preziosa di un consenso di voti popolari da un partito che non c'è più) che sta andando alla più completa e desolante malora. A me - tipo - dispiace che siate un partito che esprime visioni opposte della società. A me piacerebbe insomma avere un'idea chiara di quale visione del futuro esprime un partito che mi chiede il suo voto. Nei giorni scorsi si è parlato di Riccardi (in pratica il Vaticano) sindaco di Roma, ora di Gasbarra. E' la sinistra Dc, è una spartizione con la ex-Margherita, la scelta del candidato sindaco a Roma non risponde ad alcuna visione del futuro ma piuttosto ad una ripartizione clientelare di cencelliana memoria. Altro che futuro. Saluti.
RispondiEliminaLe visioni opposte della società sono figlie della balcanizzazione e di un gruppo dirigente che appartiene al passato. Credo che l'avvento di Renzi, Civati, Scalfarotto, Gozi, Concia, Sarubbbi, Vassallo e altri cambierà, e di parecchio, il senso stesso del Pd.
RispondiEliminaPer quanto riguarda le amministrative, a Torino, Milano, Napoli, Genova, Palermo e in altre tante città, il centrosinistra ha scelto il sindaco con le primarie. Non vedo perchè non si possano fare anche a Roma..
Il problema è che i Gasbarra sono l'espressione della dirigenza del partito, così come lo erano i Boccia in Puglia o lo è stato Fassino a Torino. Il gruppo dirigente che tu dici appartenere al passato è quello che tira le file del partito e dei suoi derivati (Legacoop e Unipol). Mi stai tu dicendo che dovrei votare Pd per una sorta di atto di fede: 'oggi è così ma domani non sarà più così'. Il fatto è che questo 'oggi' dura da una vita e il domani non arriva mai. Non metto in dubbio la pulizia delle vostre posizioni ma mi pare che queste abbiano un'importanza risibili nel rapporto di forze esistenti all'interno del Pd. Credo che una vittoria di Grillo (annunciata) e un successo di Renzi (demagogico ben più di Grillo) possano essere un importante fattore di cambiamento per il Pd. Ciao.
RispondiEliminaps
Sarubbi, lasciamolo perdere ;)
Una struttura di potere non si autodistrugge, ricordalo, non è suo interesse farlo. Tende a preservarsi. Dev'essere demolita da qualche forza esterna.
RispondiEliminaps
Molto noioso e invasivo il captcha.
Porta l'elmetto. Sappi che comunque ti abbiamo voluto bene
RispondiEliminachiudo dicendo che sto sentendo la diretta su repubblica tv dell'assemblea dell'ergife, e c'è la bindi che parla del concilio vaticano secondo e dell'eucarestia. è vergognoso, in un paese europeo non capiterebbe mai una cosa del genere all'assemblea di un partito (neppure un partito conservatore). buona fortuna a te e alle tue (credo ingenue) speranze di cambiamento.
RispondiEliminagrazie per l'ingenuo. preferisco l'ingenuità alla disillusione o all'arrendevolezza.
RispondiEliminanon era un'offesa. in un mondo come questo, l'ingenuità è una virtù. ma oggi a sentire la bindi, sembrava di essere a messa (per il modo oltreché per i contenuti). e la messa è un rito, e i riti sono qualcosa di strutturato, di scritto, non sono tanto compatibili con l'ingenuità. se devo spendere la mia ingenuità preferisco farlo per qualcosa di realizzabile, di possibile. io ho smesso di andare a messa a 8 anni. ciao, non voglio inquinare oltre il tuo blog. buona continuazione.
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