16 novembre 2012

Il fine nel mezzo

Son giorni difficili, in tutto il mondo.
Chi vuole sicurezza, la rincorre bombardando.
Chi cerca giustizia, la reclama sparando missili.
Chi reclama un futuro diverso, crede di costruirlo spaccando vetrine.
Chi dovrebbe garantire un livello accettabile di legalità e dignità istituzionale, spara lacrimogeni.   

E' un clima da stadio, dove nessuno prova ad abbassare i toni e proporre soluzioni, preferendo salire sulle gradinate di questa o quella tifoseria, alzando sempre un po' l'asticella dello scontro.

Uno dei più grandi pensatori italiani, Niccolò Macchiavelli, ha scritto che "il fine giustifica i mezzi".
Sapete che c'è? E' una cagata pazzesca, che forse andava bene nella Firenze del XVI secolo ma non si addice ai porblemi e alla complessità del mondo in cui viviamo.

Il fine non giustifica i mezzi.
Sono i mezzi che qualificano i fini.

  

3 commenti:

  1. In verità quel detto attribuito a Machiavelli viene probabilmente da ambienti gesuiti che ne hanno pervertito il senso.

    Cordiali saluti

    RispondiElimina
  2. sono d'accordo con Anonimo : il pensiero di macchiavelli è stato alterato da chi,volendo ricorrere a questa pessima pratica di governo,cercava un personaggio autorevole a cui attribuire la paternità del concetto e contemporaneamente la propria assoluzione.
    non sò se i colpevoli furono effettivamente i gesuiti ma il fatto potrebbe certamente rientrare nel loro stile.

    RispondiElimina
  3. sono d'accordo con Anonimo : il pensiero di macchiavelli è stato alterato da chi,volendo ricorrere a questa pessima pratica di governo,cercava un personaggio autorevole a cui attribuire la paternità del concetto e contemporaneamente la propria assoluzione.
    non sò se i colpevoli furono effettivamente i gesuiti ma il fatto potrebbe certamente rientrare nel loro stile.

    RispondiElimina