2 novembre 2012

Rassegna Stampa. Che cine sul Cine

A riscaldare l’aria gelida arrivata negli ultimi giorni ci ha pensato il consiglio comunale di giovedì. Come stabilito dall’ordine del giorno, il sindaco ha replicato alle interrogazioni delle minoranze che a luglio avevano chiesto chiarimenti sulla questione cinema e che però non avevano trovato risposta per mancanza di tempo. Responsi a domande del tutto superate, visto che nel frattempo sono passati tre mesi e la questione si è evoluta con l’affidamento alla società SR Cinema, dei lavori di sistemazione della sala e l’inaugurazione.
Ma i nervosismi sono arrivati già all’inizio. “La serata è iniziata subito col botto, quando il sindaco ha detto che la Pro Loco ha utilizzato il Cinema per anni solo per fare delle tessere, perché degli oltre 200 iscritti alla Pro Loco, quasi 190 erano persone che s’iscrivevano per avere uno sconto sull’ingresso al cinema. E’ imbarazzante, ma lo giuro, ha detto proprio così”, racconta Jacopo Suppo di Ascoltare Condove il giorno dopo la seduta.
 E Andrea Galli, uno dei promotori della raccolta firme per la richiesta di trasparenza sull’affidamento del cinema, presente giovedì in sala, conferma basito: “Nella sua ricostruzione dei fatti il sindaco è partito affermando che la Pro Loco ha gestito in tutti questi anni l’attività di cineclub in modo surrettizio con lo scopo di fare più tesserati per l’associazione. “Surrettizio” vuol dire “ambiguamente”, o di qualcosa “fatto di nascosto”. Quelle parole sono pesantemente offensive nei confronti di tutti coloro che in questi anni hanno lavorato volontariamente con sacrifici e passione per tenere acceso lo schermo!».
Sui numeri e le affermazioni del sindaco, le minoranze non ci stanno. Le cifre ufficiali dei tesseramenti Pro Loco parlano chiaro: nel 2010 su 392 soci 193 erano tesserati al cinema, e nel 2011 su 342 di nuovo circa la metà erano afferenti al cineforum. Quindi al più la metà, ma non la quasi totalità.
Ma non è finita. Alberto Veggio di Buongiorno Condove ha illustrato la proposta di annullare la delibera di affidamento di incarico nella gestione del cinema ritenendo incongrua e non conveniente economicamente per il Comune la proposta di SR Cinema, l’attuale gestore. Contestualmente anche Jacopo Suppo e Pietro Milazzo hanno richiesto delucidazioni sulle procedure di invito e di affidamento. Andrea Galli prosegue: “E’ stato chiesto al sindaco come avesse conosciuto e contattato il nuovo gestore. Su questo il primo cittadino ha dapprima risposto che “erano affari suoi!” e poi si è arrampicato sui vetri palesando sempre più la totale assenza di trasparenza e correttezza formale contenuta nell’atto, fino a subire un clamoroso autogol dalla segretaria Comunale, la quale ad un certo punto ha detto che “c’era stata una prima proposta scritta da parte di quella società, ma che non era stata protocollata”.
Veggio incalza: “Durante il dibattimento sono emersi aspetti che definiamo incredibili e citiamo solo l’ offerta del 4/6/2012 non protocollata e di cui nessuno in Comune sa nulla, offerta che, data ben 24 giorni prima dell’invio della lettera del Sindaco in cui chiedeva alle Associazioni una manifestazione di interesse per il Cinema, getta un’ombra sull’uso strumentale del coinvolgimento delle associazioni”.
Con il voto favorevole di tutta la maggioranza escluso Stefano Martin, la delibera di affidamento non è stata annullata.
Verso la fine, le luci della ribalta sono passate sul gruppo promotore della petizione, presente in sala. Pietro Milazzo, appoggiato dal resto delle minoranza, ha chiesto di aprire il Consiglio al pubblico, ma in quel momento c’è stata un po’ di fibrillazione e la proposta è stata bocciata con il solo voto favorevole del consigliere di maggioranza Stefano Martin.
Anche Raffaella Fusaro, presente tra il pubblico, si apre ad un commento: “Da un sindaco ci si aspetta che ascolti attivamente le istanze di un territorio e che non amministri solo i beni materiali, ma che porti a risorsa e valorizzi i beni immateriali, fatti di legami, storia, volontariato e impegno. La trama di una comunità non va distrutta ma fatta crescere e resa più capace di assolvere ai compiti di sussidiarietà che le sono propri. Non mi sembra che questo sindaco sappia che cosa significa. Ed è un dramma”.
L’immediata reazione di tutti i consiglieri di minoranza è stata quella di dichiarare l’abbandono della seduta, seguiti da buona parte degli spettatori. Insomma, un Consiglio Comunale ancora una volta caldo, a dimostrazione che quelle che erano state indicate la settimana scorsa come “polemiche svanite” fossero tutt’altro che sopite.

di Giorgia Allais





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