Per questa scelta, difficile ma anche coraggiosa, abbiamo perso alleati e credo anche diversi elettori.
Elettori che, in questo contesto di grande incazzatura e di grande crisi, rischiano di scivolare o verso Grillo o lungo il divano.
Per cercare di arginare questa situazione, per rilanciare la nostra proposta, ma soprattutto per ridare credibilità al nostro modo di fare politica, abbiamo deciso di fare le primarie (non senza qualche sofferenza, ma alla fine abbiamo deciso).
Ci siamo ammazzati di polemiche per due mesi, dando del destroide a chi ha scelto Renzi, dei vecchi rincoglioniti ai fan di Bersani, del fighetto radical chic all’amico vendoliano di turno.
Dopo tutto questo vociare, o meglio, nonostante tutto questo vociare, 3 milioni e passa di cittadini han deciso di partecipare alle primarie, dimostrando di essere molto più lungimiranti delle tifoserie che hanno spinto per questo o quel candidato.
Un successo strepitoso. Lunghe file di un’umanità commovente.
Una passione e una voglia di esserci che dà speranza.
Una domenica bellissima.
Passano poco più di 24 ore e giù di nuovo a prendersi a sberle. Possono votare solo quelli che han votato al primo turno. Anzi no, possono votare anche gli altri basta che dimostrino che dal 4 al 25 erano in coma farmacologico. Anzi no, basta che mandino una mail. Però non così tante eh! Non esageriamo. Niente casino! Ok, basta. Ricorso contro Renzi (così siamo pari).
Insomma, un delirio.
Io non sono per modificare le regole per il voto, come avevo già scritto qui.
Sono però più contrario ancora a mortificare la partecipazione e la voglia della gente di sentirsi parte della storia che stiamo costruendo.
Si trovino i modi per tenere insieme le due cose, ricordandosi che l’obiettivo vero è far tornare a votare quei 3 milioni e passa di persone che han votato domenica, evitando di scannarci come bestie in tv, sui giornali, su Facebook, ovunque.
E ricordandosi anche che dopo domenica ci sarà lunedì, il primo giorno in cui dovremo tornare a lavorare tutti insieme, indipendentemente da chi vincerà le primarie.
C'è un ItaliaBeneComune da governare.
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