Il Celtic è la tua squadra del cuore e compie 125 anni lo stesso giorno in cui arriva a farle visita il Barcellona.
Che fai?
Vai allo stadio, lo trasformi in una bolgia di bandierine verdi e bianche, saluti il tuo capitano che gioca anche se ha una caviglia gonfia come una zampogna e speri che vada tutto bene.
Ovviamente, diluvia.
Bene. I piedini da fata di Messi, Xavi e Sanchez potrebbero inzaccherarsi ed essere appesantiti.
Ottimo anche lo schema: uno in porta, nove dietro al pallone, uno nel centrocampo degli altri.
Si parte. Come in una festa del liceo, il Celtic mette "la casa", mentre gli ospiti portano la musica.
Il tango del Barcellona però dura 20', quando al primo calcio d'angolo per i tuoi Wanyama trova il tempo giusto e insacca l'1-0.
Insieme alla pioggia, viene giù di tutto. A momenti anche la curva.
Il Barça non si scompone. Tanto prima o poi uno glielo facciamo.
Il tempo però passa. Prima lento, poi un po' più veloce. Poi si mette a correre.
El tiqui-taqua blaugrana si infrange al limite dell'area del Celtic come un'onda sulla spiaggia.
La difesa tiene. Forster è un muro. Le prende tutte, tiene la palla tra le mani, si rialza sempre con calma. Ha 24 anni, ma sembra che giochi da una vita.
Gli ospiti s'innervosiscono e iniziano a martellare duro. Forse anche troppo.
All'83' infatti spiove una palla a metà campo, e per la troppa fretta di ributtarla in attacco, Xavi prova a colpirla al volo, lisciandola.
Il terreno bagnato la fa schizzare sui piedi di Watt, 18 anni, cuore biancoverde fin da bambino, che non sapendo bene cosa fare inizia a correre più veloce che può.
Sembra che scappi, e corre così tanto che ci mette un paio di secondi ad arrivare davanti a Valdes e a calciare il pallone più forte che può.
E' il secondo tiro in porta della partita: 2-0!
Lo stadio sta su per miracolo. Le telecamere tentano di inquadrare il piccolo bomber ma tremano troppo per stringere sul suo volto.
Watt corre sotto la curva e bacia la maglia. Non ci crede neanche lui.
Non ci crede neanche il Barcellona, ferito e furente.
Si scatena l'inferno sotto la pioggia. L'area dei padroni sembra il 61 alle 8 del mattino.
In mezzo a tutto quel casino, Messi trova la zampata del 2-1, ma è tardi.
Celtic-Barcellona è andata proprio così.
Doveva essere una partita come un'altra e invece è stato uno spettacolo.
Perchè il calcio è così. A volte l'83,6% di possesso palla, i 955 passaggi conto 166 e i 32 cross contro i 12 ti bastano a malapena per fare un gol in extratime, mentre quelli che ti stanno davanti fan due tiri e due gol.
Sir Alex Ferguson, scozzese anche lui, un giorno ha detto: "Facevo vedere ai miei giocatori le videocassette della squadra di Lippi e dicevo: non guardate la tattica o la tecnica, quella ce l’abbiamo
anche noi, voi dovete imparare ad avere quella voglia di vincere".
Morale? Il cuore conta più dei piedi. Sempre
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